Telefonica saluta l’Italia: la società guidata da Cesar Alierta e socio industriale di Telecom Italia da 2007, ha finalizzato stamattina l’accordo con il conglomerato media francese Vivendi per l’acquisizione dell’operatore brasiliano GVT. accordo che prevede la cessione al gruppo di Vincent Bollore, del 5,7% delle azioni di Telecom Italia (equivalenti all’8,3% dei diritti di voto) il cui valore di mercato corrisponde a 1,01 miliardi di euro.
Oltre alla quota in Telecom Italia, Vivendi riceverà 4,66 miliardi di euro in contanti (da cui da cui bisognerà detrarre un debito bancario di circa 450 milioni di euro e i bisogni in capitale circolante) e azioni corrispondenti al 7,4% del capitale di Telefonica Brasil dopo l’integrazione con GVT, per un valore di mercato di 2,02 miliardi al 18 settembre.
La chiusura dell’accordo è vincolata a determinate condizioni e all’ok dell’Autorità competenti, ossia l’Anatel (telecomunicazioni) e il Cade (concorrenza). Il closing è previsto prima della fine del primo semestre 2015.
Telefonica, che alla chiusura dell’operazione deterrà soltanto una partecipazione del 2,6%, senza diritti di voto, era entrata nell’azionariato Telecom nel 2007, in concomitanza del passaggio della quota di controllo di Telecom Italia detenuta da Olimpia alla newco Telco – ora in via di scioglimento con la prossima uscita dei soci Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo. Due anni dopo l’inizio dell’avventura italiana, il gruppo di Cesar Alierta aveva innescato proprio con Vivendi la battaglia per la conquista di GVT: nel 2009, infatti, la società francese aveva battuto la spagnola nella corsa all’acquisizione del 57% del gruppo tlc brasiliano, per il quale aveva messo sul piatto 2,8 miliardi di euro e lanciato un’Opa sul resto del capitale a 56 reals ad azione, valutando così il gruppo 4,18 miliardi di dollari.
Il conglomerato francese ci guadagna, quindi, e anche parecchio, dato che l’accordo siglato stamani, tra contanti e azioni vale circa 7,2 miliardi di euro.
L’acquisizione sarà finanziata con un aumento di capitale di Telefonica Brasil, che la società spagnola sottoscriverà in proporzione alla sua quota attuale (74%) nella divisione brasiliana.
L’operazione genererà, secondo Telefonica, sinergie per 4,7 miliardo di euro, permettendo alla società di rafforzare la sua posizione sul mercato brasiliano della banda larga.
GVT, che era nel mirino anche di Telecom Italia, copre con la sua rete 10,4 milioni di famiglie in 21 Stati e conta 2,5 milioni di clienti a banda larga.
Il titolo Telecom Italia, intanto, ha aperto in rialzo dell’1,5% a 0,91 euro: il mercato dimostra di apprezzare l’ingresso di Vivendi nell’azionariato e la progressiva trasformazione della società in una public company.
Il presidente del gruppo francese, Vincent Bollore – già presente in Mediobanca e Generali, dal canto suo, ha dichiarato all’agenzia Radiocor: “Sono sempre felice di investire in un grande paese come l’Italia e di accompagnare la gestione a lungo termine di Telecom Italia”.
Per gli analisti di Equita Sim, anche se non è ancora chiaro se Vivendi resterà azionista strategico di Telecom o se abbia scelto azioni del gruppo italiano invece che di Telefonica Brasil per motivi di opportunismo dettati “dalla liquidabilità futura”, l’uscita di Telefonica e l’ingresso del conglomerato francese è una notizia “comunque positiva per Telecom”. Se, infatti, nella peggiore delle ipotesi, Vivendi restasse solo temporaneamente nella compagine azionaria, “rimanderebbe comunque il tema della ‘liquidity pressure’ esercitato dall’uscita di Telefonica”. Se invece restasse azionista di lungo periodo, “sarebbe possibile sviluppare sinergie industriali nella impostazione della strategia media”.
Anche Banca Akros, che ha confermato su Telecom il rating ‘accumulate’ e il prezzo obiettivo a 1 euro, ritiene che l’ingresso di Vivendi abbia “…implicazioni positive per la governance, il rischio di overhang e per i risvolti speculativi”.
Banca Akros evidenzia altresì l’aprirsi di “scenari intriganti che probabilmente riguarderanno – ancora una volta – Mediaset e il suo business Premium“, dal momento che in passato “Vivendi era stata accreditata come interessata a una partnership”.