Il mercato delle automobili a guida automatica e connessa in rete varrà, secondo uno studio di Strategy& (gruppo Pwc) del settembre 2015, più di 122 miliardi di euro nel 2021. La fetta maggiore dei ricavi riguarderà il settore delle tecnologie applicate alla sicurezza dei passeggeri e in generale la sicurezza stradale (49,3 miliardi di euro), seguita dalla guida automatizzata dei veicoli (39,6 miliardi di euro), quindi dall’offerta di contenuti di intrattenimento (13,4 miliardi di euro) e dai sistemi di gestione elettronica del veicolo (7,1 miliardi di euro), anche tramite mobile apps (5,6 miliardi di euro).
Interessante anche il dato sull’home integration, cioè la possibilità tramite l’Internet of Things di integrare la piattaforma smart home con il software di gestione dei servizi della propria auto e viceversa, che nel 2021 genererà ricavi per 60 milioni di euro.
In occasione del Consiglio informale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione europea ad Amsterdam, è stata firmata ieri la Dichiarazione dei Ministri dei Trasporti dell’Ue sulla cooperazione nel campo della guida automatizzata (o “Dichiarazione di Amsterdam”).
Per l’Italia ha partecipato il Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Simona Vicari.
L’innovazione tecnologica promossa dall’ICT sta cambiando rapidamente tutti i paradigmi economici di crescita e sviluppo. “La mobilità cambierà più nei prossimi venti anni che negli ultimi cento anni”, si legge nell’incipit della Dichiarazione.
L’introduzione dei veicoli connessi ed automatizzati “migliorerà i flussi di traffico e renderà il trasporto più sicuro, più pulito e più agevole”, senza considerare le conseguenze positive in termini di lavoro per le imprese e nuova occupazione.
Il documento mette nero su bianco quelli che sono i punti chiave di questa transizione alla smart mobility nell’Ue: maggiore flessibilità nella mobilità porta a porta, in particolare nel settore dei trasporti pubblici, anche a beneficio della popolazione degli utenti della strada più vulnerabili e delle persone disabili; l’economia condivisa, la de-carbonizzazione dei trasporti, la transizione verso una società a emissioni zero e l’economia circolare; interoperabilità dei sistemi e compatibilità transfrontaliera; sviluppo ulteriore dei sistemi cooperativi intelligenti di trasporto (C-ITS).
Oltre al progresso tecnologico, si legge nel testo, “ci sono ulteriori sfide ed incertezze relative allo sviluppo dei veicoli connessi ed automatizzati. Ci sono domande importanti a cui rispondere per quanto riguarda la sicurezza, l’inclusione sociale, l’uso dei dati, la privacy, la responsabilità, l’etica, il sostegno pubblico e la coesistenza dei veicoli connessi e automatizzati con i veicoli a guida tradizionale (controllati manualmente)”.
Questi gli “obiettivi condivisi” definiti dai ministri dei Trasporti dell’Ue:
- facilitare l’introduzione di veicoli connessi ed automatizzati, se possibile, entro il 2019;
- mettere assieme gli sviluppi di guida connessa e automatizzata al fine di raggiungere il loro pieno potenziale di miglioramento della sicurezza, flussi di traffico e riduzione dell’impatto ambientale del trasporto su strada;
- adottare un approccio di “conoscenza basata sull’esperienza” includendo laddove possibile la collaborazione transfrontaliera, la condivisione e l’allargamento delle conoscenze sulla guida automatizzata e connessa e sviluppare linee guida pratiche per creare un quadro interoperabile per i sistemi e servizi;
- sostenere l’innovazione nelle tecnologie dei veicoli connessi e automatizzati per rafforzare la posizione sul mercato globale dell’industria europea.