In settimana si è tenuta a Parigi la riunione dei Paesi del G7 sulle politiche nazionali relative alla promozione della guida autonoma e connessa. All’appuntamento era presente anche il nostro Paese che, tramite il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha fornito informazioni sulla pubblicazione del decreto “smart road”, sull’istituzione dell’Osservatorio nazionale e sul primo parere positivo di quest’ultimo alla sperimentazione della guida autonoma su strada.
I lavori del gruppo di esperti, si legge in una nota del Ministero, sono stati organizzati in sessioni dedicate ai temi più strettamente legati alla sperimentazione e all’uso della guida connessa e dei veicoli a guida autonoma, quali la percezione e accettazione da parte degli utenti, la sicurezza e la validazione della guida autonoma, la responsabilità durante la guida e l’integrazione nelle politiche di mobilità locali.
La sessione sulla sicurezza è stata aperta dall’associazione mondiale dei produttori di veicoli, che ha sostenuto l’approccio “multi-pilastro” per la certificazione, che consiste in prove in laboratorio, audit e prove su strada.
Per quel che riguarda l’integrazione dei mezzi a guida autonoma nelle politiche di mobilità locali, infine, è stata aperta con il racconto dell’esperienza virtuosa dei “robot-taxi” nella cittadina di Rouen, capoluogo della Normandia, che parla di un servizio innovativo che ha permesso di collegare anche le aree rurali con costi sostanzialmente equiparabili a quelli di una comune linea bus.
L’Italia ha evidenziato le problematiche legate alla gestione “in reale” dei test dei veicoli senza conducente, nella loro configurazione finale. Gli esperti del Ministero hanno inoltre sostenuto che “fino al livello 5 di automazione la responsabilità sia comunque da attribuire al conducente”, ma che rimane determinante un attento monitoraggio della guida per valutare eventuali responsabilità del veicolo.
In occasione della riunione di Parigi, è stata presentata una ricerca effettuata da Vedecom, istituto francese per la ricerca e la formazione del partenariato pubblico-privato tra i Paesi del G7, dedicato alla mobilità individuale sostenibile e a basse emissioni di carbonio.
Ne è venuto fuori che il 66% dei consumatori italiani userebbe un veicolo a guida autonoma e il 65% sarebbe disposta a pagare per questa innovazione.
Il dato va a confermare quello diffuso nel 2016 dell’Osservatorio Findomestic, secondo cui il 79% degli italiani ritiene che l’auto a guida autonoma sarà una realtà e ben il 65% degli italiani – la percentuale più alta tra i paesi occidentali – è felice di fronte alla prospettiva di poter viaggiare in auto senza dover guidare.
La prossima riunione degli esperti del G7 sul tema della guida autonoma e connessa in rete si terrà entro la fine dell’anno in corso.