Prima di presentare il 21 febbraio prossimo al CdA il nuovo piano industriale di Tim, il suo amministratore delegato, Luigi Gubitosi, apre alla possibile fusione delle reti con Open Fiber.
“L’Italia ha bisogno di infrastrutture ma ha poche risorse per realizzarle, eppure è tra i pochi Paesi che sta andando verso una sovrapposizione delle reti di telecomunicazioni”, ha osservato l’AD nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in edicola oggi. “È opportuno massimizzare l’efficacia degli investimenti”, ha aggiunto Gubitosi, secondo il quale “prima di parlare delle possibili soluzioni, vorrei sedermi con Open Fiber per un esame approfondito della situazione esistente e delle opportunità che presenta. Qualsiasi discussione sul tema non può basarsi su opinioni ma su numeri, fatti e dati certi”. Dunque l’ad di Tim auspica un tavolo “per esplorare possibili sinergie, che possono andare da accordi commerciali, co-investimenti, fino anche ad una possibile combinazione complessiva delle due infrastrutture. È importante capire i valori in gioco”.
E in caso di combinazione, Tim dovrà mantenere il controllo della società unica della rete? “Il tema del controllo della rete”, ha aggiunto Gubitosi, “è successivo e riguarda gli azionisti”.
Da Tim “il mercato si aspetta tre cose fondamentali: l’aumento di generazione di cassa organica, capire come possiamo sfruttare le opportunità di valorizzazione disponibili e la fine della conflittualità tra gli azionisti”, ha sottolineato ancora l’AD, secondo cui “la conflittualità Vivendi-Elliott si supera creando valore per tutti”. Infine sul rilancio dell’azienda ecco la vision di Gubitosi: “Il settore delle Tlc è strategico per lo sviluppo e la digitalizzazione del nostro Paese. Il lancio del 5G accelererà il processo di cambiamento di un settore che ha bisogno di un complessivo piano di riassetto. Tim è pronta ad essere al centro di questa partita per portare vantaggi al Paese”.
Tim verso accordo con Vodafone per sviluppo 5G, possibile preludio polo torri?
A proposito di 5G, proprio Tim con Vodafone sarebbero vicini ad un accordo per condividere siti e investimenti per lo sviluppo della rete mobile di quinta generazione.
Lo scrive il Messaggero, oggi in edicola, secondo cui questo passo potrebbe favorire la creazione di un polo delle torri di trasmissione tra Inwit e il gruppo britannico.
L’accordo, scrive il giornale, prevederebbe la condivisione dei siti per i ripetitori e degli investimenti per i servizi di nuova generazone, consentendo a entrambi un notevole risparmio (il Messaggero, citando fondi industriali, stima che la realizzazione di una rete 5G costerebbe almeno 2 miliardi di euro).
Si potrebbe poi arrivare a un unico polo delle torri, consentendo alle aziende una riduzione del debito.
E lo stesso l’AD di Tim, nell’intervista al Corsera, ha detto che Inwit può giocare un ruolo nel mercato in cerca di sinergie. Come detto occorre aspettare il 21 febbraio per conoscere il nuovo piano industriale di Tim e per scoprire eventuali sorprese.
Nel frattempo schizzano in alto le azioni di Telecom Italia a Piazza Affari, registrando un forte guadagno del 5,46%. A galvanizzare il titolo l’aumento della partecipazione nel capitale di Tim del fondo Elliott, dall’8,8% al 9,4%. Si aprono nuovi scenari in vista dell’assemblea del 29 marzo prossimo, durante la quale il socio di maggioranza Vivendi chiederà la revoca dei cinque consiglieri in quota Elliot.