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Green pass, generati 15 milioni e scaricati 5 milioni. Colao a ministero Salute e Sogei: “Ottimo lavoro. Così anche su altri progetti”. Allo studio piattaforma per scuola

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I green pass generati in Italia sono oltre 15 milioni, come risulta a Key4biz, e quelli scaricati sono 5 milioni. Una cifra consistente se si considera che la piattaforma nazionale (https://www.dgc.gov.it/web/) ha iniziato ad erogare le certificazioni verdi Covid giovedì 17 giugno intorno alle ore 21, non appena è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il DPCM con cui il premier Mario Draghi ha dato ufficialmente il via al green pass “made in Italy” ed interoperabile con quello europeo dal primo luglio. Per il ministro Vittorio Colao “Il green pass europeo è la prima tecnologia valida per 27 Paesi”.

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Green pass, i complimenti di Colao al team di lavoro: “È un successo operativo. Continuiamo così su questo e su altri progetti”

“Mi permetto di fare i complimenti alla direzione del sistema informativo sanitario nazionaleministero della SaluteSogei e tutto il gruppo di lavoro per quello che ad oggi è un successo operativo”, così ha scritto Vittorio Colao nel complimentarsi con tutto il team che sta lavorando da mesi alla piattaforma nazione Digital Green Certificate e alla modalità di erogazione del green pass.

“…avete fatto un lavoro collettivo veramente ottimo”, ha aggiunto il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale. “Continuiamo così su questo e su altri progetti, complimenti”. Firmato Vittorio Colao.

Tra i prossimi progetti una piattaforma per la didattica

Tra i prossimi passi del ministro e del Governo c’è un grande progetto per la DAD o sarebbe più corretto iniziarla a chiamare Didattica Integrata Digitale (DID). Ecco la differenza: la didattica a distanza è stata utilizzata durante il lockdown a causa della sospensione della didattica in presenza: milioni di studenti hanno studiato da casa a distanza. La DID, invece, consiste nell’integrare la didattica tradizionale con device e farlo sia in classe sia a casa. E su quale infrastruttura e con quali app ad hoc per la scuola? Al momento gli istituti scolastici sono costretti ad utilizzare le piattaforme delle Big Tech. 

Le caratteristiche della piattaforma per la didattica

Il progetto del ministro Colao e del Governo punterebbe, con una parte dei fondi del PNRR, a creare un’infrastruttura cloud computing che possa essere la base per ospitare tutti i dati e i sistemi applicativi utilizzati degli istituti, come ad esempio i sistemi per la didattica digitale integrata o i registri elettronici?

Perché è necessaria una rete di interconnessione unica nazionale per la didattica

Anche la didattica è ora nelle mai delle Big Tech. Una rete di interconnessione unica nazionale è necessaria per:

Mantovani (M5S): “Si concretizza il mio disegno di legge. Una piattaforma statale di cloud computing per proteggere la privacy degli studenti”

“La protezione dei dati delle studentesse e degli studenti deve essere una priorità e una rete ad hoc per la scuola potrà garantirla. Si tratta di una ‘mission’ precisa di cui il Parlamento ha espressamente investito il Governo nella relazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, ha detto Maria Laura Mantovani, senatrice M5S, firmataria del disegno di legge per l’istituzione della piattaforma unica di interconnessione per le scuole italiane – UNIRE (leggi l’articolo di approfondimento). La proposta è di costituire una società per azioni interamente partecipata dallo Stato, che gestisca la piattaforma.

Già stanziati 135 milioni per la piattaforma per la didattica ‘UNIRE’

Il Dl Fondone ha istituito il fondo di 135 milioni per la rete di interconnessione delle scuole con l’emendamento a mia prima firma”, ha aggiunto la senatrice.

“Prima di questo emendamento UNIRE era solo una proposta contenuta in un disegno di legge. Da oggi inizia a concretizzarsi con l’istituzione di questo fondo e l’assegnazione di 135 milioni: 35 milioni per il 2022, 45 milioni per il 2023 e 55 milioni per il 2024”, spiega a Key4biz Mantovani.

Una piattaforma per la didattica con una parte dei fondi del PNRR?

Parliamo ancora di pochi fondi. “È un inizio perché per ora abbiamo copertura per 3 anni, ma poi dovrà diventare una spesa strutturale”, spera la senatrice M5S. E chissà con la “benedizione” del ministro Colao la piattaforma per la didattica potrebbe diventare realtà nei prossimi anni grazie a una parte dei fondi del PNRR. Sono 31,9 i miliardi previsti nella 4^ missione del Recovery plan italiano da investire anche per “l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche”.

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