Un mercato pieno di luci e di ombre quello esaminato dal nuovo Rapporto dell’Acea (European automobile manufacturers’ association), l’associazione europea di costruttori di automobili, per l’anno appena concluso. Le vendite di auto a motore elettrico ricaricabile (Ecv – Electrically chargeable vehicle) calano nell’ultimo trimestre del 2016, mentre aumentano in maniera significativa quelle di automobili ibride (Hev – Hybrid electric vehicles).
Secondo i dati resi noti da Acea e dall’Associazione europea per il libero scambio (European Free Trade Association–Efta), il 2016 si è chiuso con 686.820 nuove immatricolazioni, pari a un aumento del 6,7% rispetto ai dati del 2015.
Di queste, 303.506 immatricolazioni, pari a un incremento del 28,8%, sono ibride pure, mild hybrid e ibride plug-in. La crescita più forte si è avuta in Spagna con il 67,7% (113 mila immatricolazioni), seguita dalla Germania col 52,1% (34.245 immatricolazioni), dall’Italia con il 47,2% (37.128), dal Regno Unito con il 18% (52.000). ultima la Francia, che caso unico in Europa segna una caduta delle immatricolazioni del 9,1%.
Meno bene il parco immatricolazioni di nuove automobili a motore elettrico, che in tutta Europa segna un calo del 5,7%. Al contrario del mercato dei veicoli ibridi, è la Francia a guidare la classifica qui, con una crescita del 26% (vendute 21.757 macchine), grazie anche ad una buona politica di incentivi all’acquisto.
Tiene bene la Gran Bretagna, dove sono state vendute 10.265 auto elettriche (+3,3%), quasi insignificante in Italia (1.353 immatricolazioni per un +5,3%), malissimo in Germania, dove il saldo annuale registra un crollo del 7,7% (11.410 automobili).
Per quanto riguarda, infine, la mobilità alternativa con ‘altre’ fonti di alimentazione dei veicoli a motore, come metano e Gpl, i dati sono proprio neri, con una diminuzione del 20% delle consegne.
La mobilità alternativa è un settore fondamentale per i piani dell’Unione europea in tema di lotta ai cambiamenti climatici e di riduzione del livello di inquinamento nelle aree urbane e non solo. Secondo dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), quasi il 90 % degli abitanti delle città è esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai livelli di qualità dell’aria ritenuti dannosi per la salute.
Ad oggi, il settore dei trasporti è responsabile del 24% del totale delle emissioni di gas serra nell’Ue.
Per contenere l’aumento globale della temperatura al di sotto di 2 gradi, entro il 2050 l’Unione europea deve ridurre del 60% le emissioni nocive prodotte dai trasporti (rispetto ai livelli del 1990).