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Green home, legno trasparente al posto del vetro

Le finestre del futuro

Le case sono probabilmente il primo tassello della futura società a zero emissioni di gas serra. La neutralità climatica e ambientale, tra gli obiettivi più ambiziosi del nostro secolo, passa soprattutto da qui, dalle costruzioni e dall’abitare.

Per questo, oltre che lavorare ad uno stile di vita più consono alle sfide che ci attendono, è fondamentale partire dai materiali di nuova generazione, da impiegare principalmente nell’edilizia, ma non solo.

Un team di ricercatori provenienti dal Forest Products Laboratory (FPL), dall’Università del Maryland e dall’Università del Colorado, guidati dal professor Junyong Zhu, hanno annunciato di aver sviluppato un nuovo tipo di materiale per le finestre, non più vetro per guardare fuori di casa ma legno trasparente.

La scoperta è stata pubblicata e illustrata sul Journal of Advanced Functional Materials nell’articolo dal titolo “A Clear, Strong, and Thermally Insulated Transparent Wood for Energy Efficient Windows“.

Come si ottiene il legno trasparente

Utilizzando legno di balsa a crescita rapida i ricercatori sono riusciti ad ottenere un materiale legnoso trasparente come il vetro, ma con un minor impatto ambientale.

Trattando il legno con polimeri sintetici (a base di alcol polivinilico) e bagni ossidanti si ottiene un prodotto finale completamente trasparente, ma anche più resistente agli urti.

Se colpito o sottoposto a pressioni crescenti, il legno trasparente o si scheggia o si piega, ma non va in frantumi.

Legno di balsa a crescita rapida

Secondo gli studiosi, inoltre, tale prodotto per edifici green presenta un impatto ambientale molto più basso dell’industria del vetro, con un’efficienza energetica cinque volte maggiore e un conseguente minor consumo energetico.

Il legno di balsa ha origine nell’America centrale e meridionale e cresce in maniera molto rapida, raggiungendo i 20 metri di altezza e più di un metro di diametro in soli 5-7 anni.

Il suo utilizzo a livello industriale potrebbe innescare nuovi progetti di riforestazione, con rilevanti ricadute ambientali ed ecologiche. Il problema è che come spesso capita c’è sempre il rischio di dare vita a pericolose monocolture forestali di soli alberi di balsa.

Industrie grigie

Dall’altra c’è comunque un’industria del vetro che comunque emette ogni anno oltre 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2), il 3,5% dell’intero settore manifatturiero.

Secondo lo studio condotto da Snam, RINA, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, STARA GLASS, università degli studi di Genova, Stazione sperimentale del vetro, IFRF Italia, SGRPRO e RJC SOFT, è possibile rendere più green tale settore, grazie all’idrogeno miscelato dal gas naturale per alimentare i forni fusori industriali per ottenere il vetro.

In tal modo, spiegano i ricercatori che lavorano al progetto “Decarbonizzazione dell’Industria Vetraria: Idrogeno e Nuovi Assetti (Divina)”, sarebbe possibile in breve tempo ridurre le emissioni di circa 200 mila tonnellate l’anno.

Anche qui, però, il problema è sempre nell’impatto ambientale. L’idrogeno di cui si parla se non è green, cioè prodotto da fonti energetiche rinnovabili, è comunque inquinante e in questo caso parliamo di miscelazione con il gas naturale, che è un combustibile fossile.

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