La Lombardia è tra le regioni italiani che più ha investito e sostenuto l’economia verde negli ultimi anni. Seguendo l’indicazione chiara e incontrovertibile del commissario responsabile per la Ricerca, l’innovazione e la scienza della Commissione Europea, Máire Geoghegan-Quinn, che l’Europa “deve passare il prima possibile ad un’economia post petrolio e più orientata alle fonti rinnovabili”, la Regione ha stanziato, durante lo scorso anno, 236 milioni di euro per progetti smart city e smart energy.
Qualche giorno fa, il vice presidente e assessore con deleghe a Relazioni internazionali, Rapporti con la UE e Programmazione comunitaria di Regione Lombardia, Mario Mantovani, prendendo parte all’evento ‘Il potere del limite. La sfida ambientale come motore di innovazione sociale‘, ha ribadito l’impegno della Regione per promuovere sostenibilità, innovazione e buone pratiche.
“Siamo all’avanguardia anche per quanto riguarda la green economy – ha sottolineato il vice presidente- con il maggior numero di imprese green, Milano in testa (3.695), seguita da Brescia(1.212) e Bergamo(1.034). La provincia dove il numero cresce maggiormente è Lecco (+14%), seguita da Bergamo e Monza (+8%)“.
La green economy nel nostro Paese vale più di 10 miliardi di euro (Censis), con una forte crescita delle fonti energetiche rinnovabili (+25%). Secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (Irena), la filiera delle rinnovabili dà lavoro a 7,7 milioni di persone in tutto il mondo.
Per quanto riguarda inoltre l’inquinamento, la salute dei cittadini e la sostenibilità ambientale delle attività umane, la Lombardia aderirà presto il protocollo ‘Under 2 MoU’ che sarà presentato a Parigi a dicembre, già firmato da 48 Paesi, per la riduzione delle emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale: “La Regione Lombardia sarà la prima in Italia a sottoscriverlo, il prossimo 26 ottobre, ad Expo”.
“Sono dell’avviso – ha dichiarato infine l’assessore, in un comunicato della Regione – che il Governo italiano dovrebbe concedere maggiore autonomia alle Regioni, anche sulle tematiche ambientali. Il Governo fissi le regole, ma poi conceda alle Regioni di lavorare in proprio. Limiti il suo intervento solo nei confronti di quelle amministrazioni che non attuano le normative legislative“.