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Green economy in Emilia-Romagna, obiettivo regione verde nel 2019

Chiusi gli Stati generali della green economy a Bologna, arriva la candidatura dell’Emilia-Romagna a prima regione verde d’Italia. Entro il 2019, ha annunciato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’Emilia-Romagna realizzerà un primo piano ‘Greening the industry’ per rendere la propria economia sostenibile e a basso impatto ambientale.

“La Regione investirà sempre più sulla green economy come pilastro delle politiche di governo“, ha affermato Bonaccini a chiusura dei lavori. Pronto un programma di interventi da attuare fin da subito:

Lo faremo, perché vogliamo che la qualità della vita dei nostri cittadini si mantenga elevata, ma anche per creare lavoro – ha precisato il presidente della Regione ER – perché investire sulla green economy e sulla green the industry, vuol dire anche investire su nuove opportunità per l’economia e le imprese“.

Durante gli Stati generali della green economy si sono affrontati alcuni dei temi più rilevanti in chiave di crescita e occupazione, tra cui: pianificazione energetica e low carbon economy, economia circolare nella nuova legge regionale sui rifiuti, eco-competitività ed eco-innovazione in agricoltura.

Come spiega in una nota la Regione, l’obiettivo ‘greening the industry’ sta nel ridisegno del sistema produttivo territoriale, in cui la sostenibilità ambientale è connaturata alla sostenibilità sociale (con al centro il nuovo “Patto per il lavoro”), allo sviluppo dell’attrattività degli insediamenti il rilancio competitivo delle aziende, alla messa in sicurezza del territorio e alla valorizzazione delle risorse naturali.

Un percorso virtuoso che si percorre integrando e coordinando interventi ed azioni in materia di agricoltura, ambiente e attività produttive. E su questi ambiti, sottolinea la Regione, convergeranno le risorse dei fondi strutturali europei (Fesr e Feasr) e fondi provenienti da altre risorse regionali e nazionali: il 30% dei fondi strutturali avrà impatto sullo sviluppo del green, a cui si aggiungono i fondi per il dissesto idrogeologico e i fondi per il trasporto collettivo.

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