Google annuncia che per l’inizio del 2015 darà il via ad una versione dei suoi servizi interamente rivolti a ragazzini sotto i tredici anni.
Il motore di ricerca sarebbe quindi in procinto di creare delle versioni di servizi come Youtube e Chrome più protette e adatte, in termine di contenuti, alle esigenze dei suoi più giovani ‘user’.
Questo è quello che è emerso dall’intervista a Pavni Diwanji, Vice Presidente del settore ingegneria di Google, rilasciata alla testata americana USA Today.
“La creazione di servizi rivolti e progettati su misura di bambino sono diventati la nostra priorità, dal momento che molti di noi sono padri e madri di famiglia. In altre parole, vogliamo che i nostri figli crescano e abbiano un’ interazione sicura e divertente con internet”, afferma Pavni Diwanji.
La manager di Google fa inoltre notare che “nei giorni nostri i bambini hanno completo accesso a internet sia da casa che da scuola. Il nostro compito è sfruttare al massimo il vantaggio tecnologico semplificando l’uso di questi servizi e alimentando un sano interesse nel bambino.”
Parole che rispecchiano sicuramente un’importante azione di marketing da parte del colosso della Mountain View ma, al tempo stesso, riflettono anche le preoccupazioni di una mamma-manager Pavni (due figli nello specifico, 8 e 13) che, conoscendo quello che internet può presentare per un bambino, vuole proteggere e rendere l’esperienza online un gioco formativo.
Un ostacolo che potrebbe però fermare il cammino di Google è rappresentato dal Children’s Online Privacy Protection Act, ovvero, la legge statunitense che disciplina il modo in cui i prodotti e i servizi su Internet devono essere forniti ai bambini. Una legge che, da 15 anni a questa parte, ha già fatto fioccare multe salate a più di 20 compagnie per aver usato informazioni di minori senza il consenso parentale. L’ultima è stata l’azienda americana Yelp che a settembre ha dovuto pagare 450 mila dollari di multa.
“Nonostante sia una delle più grosse sfide, vogliamo mettere le basi per la costruzione di un Google adatto in tutte le sue componenti ai bambini” conferma Pavni Diwanji “non vogliamo dunque che i nostri bambini siano semplici ‘consumer’ di Google ma vogliamo che siano una parte attiva di questo processo, dei piccoli ‘creator’ ”.