Concorrenza

Google verso maximulta di un miliardo di euro dall’Antitrust Ue

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Il motore rischia la maxi sanzione per aver favorito l’indicizzazione del suo servizio di comparazione prezzi per lo shopping nelle pagine di ricerca.

Google rischia una maxi multa di un miliardo di euro per abuso di posizione dominante da parte dell’Antitrust Ue. I tecnici di Bruxelles sarebbero pronti a passare ai fatti, avendo constatato la manipolazione dei risultati del motore di ricerca che favoriscono il servizio interno del comparatore di prezzi Google Shopping rispetto ai concorrenti nell’indicizzazione dei risultati.

Se confermata, nelle prossime settimane la maxi multa arriverà dopo sette anni di indagini da parte della Commissione Europea nei confronti di Google. Indagini confermate a luglio del 2016, secondo cui il motore di ricerca made in Usa “ha abusato della sua posizione dominante (nel mercato delle ricerche online ndr) avvantaggiando sistematicamente il suo servizio di comparazione prezzi nei suoi risultati di ricerca”.

Secondo il Financial Times, la Commissione Ue vuole replicare la multa di un miliardo di euro comminata per pratiche anti concorrenziali al produttore di chip Intel nel 2009.

Da tempo i vertici politici di Parigi e Berlino, in linea con i concorrenti di Google, chiedono a gran voce al commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager di usare il pugno di ferro e dare una multa esemplare alla tech company Usa.

Il provvedimento, che deve ancora essere formalizzato, farebbe seguito alla decisione della Vestager di imporre ad Apple il pagamento di 13 miliardi di euro in tasse inevase all’Irlanda. Un risarcimento dovuto al regime fiscale di estremo favore di cui Apple ha goduto per anni con il Governo di Dublino considerato come una sorta di “aiuto di Stato illegale”.

L’entità della sanzione europea per abuso di posizione dominante è pari al 10% dei ricavi globali della società coinvolta. Nel caso di Google, i ricavi annui della holding di controllo Alphabet sono stati 90 miliardi di dollari nel 2016. In dettaglio, è calcolata fino al 30% dei ricavi derivanti dallo shopping di Google per il numero di anni in cui si è riscontrata la pratica scorretta.

Nel contempo, Goolge avrà un certo periodo di tempo per comunicare alle autorità come intende modificare il business dello shopping. Se non manterrà i tempi rischia un ulteriore aggravio della sanzione.

Dal 2000 in poi l’Atitrust Ue ha condotto indagini nei confronti di diverse aziende tech americane. Intel, Apple, Google, Facebook e Amazon, sollevando così l’opinione diffusa negli Usa che Bruxelles ce l’abbia con le aziende della Silicon Valley. La Commissione smentisce, anche se una certa attenzione particolare per le tech company americane a Bruxelles sembra un dato di fatto innegabile.

Vestager ha ereditato il caso Google dal suo predecessore Joaquin Almunia, che nel 2013 e 2014 rifiutò tre diverse proposte di conciliazione da parte di Google.

Dal canto suo, Google farà certamente appello, in caso di condanna perché considera il caso senza prove.

La condanna dell’Antitrsut aprirebbe comunque la strada alle richieste di risarcimento danni da parte di tutti i concorrenti di Google nel mercato della comparazione prezzi.

Un secondo filone di indagine aperto in Europa nei confronti di Google sta valutando se Google abbia penalizzato i concorrenti dai siti web che usano il suo motore di ricerca e le sue pubblicità. Infine, l’Antitrust Ue sta indagando per capire se Google abbia penalizzato i produttori di smartphone che utilizzano il suo sistema operativo Android. E l’app store Play con condizioni capestro.

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