A un anno dalla sentenza emessa a maggio 2014 dalla Corte di Giustizia Europea sul ‘diritto all’oblio’, Google ha ricevuto 225.143 richieste di rimozione di risultati dalla Rete.
La lotta in difesa della privacy del cittadino sembra portare i suoi frutti nell’ Unione Europea, dopo l’approvazione del ‘diritto all’oblio’, una normativa che obbliga i motori di ricerca (come Google ndr) a prendere in considerazione e, nel caso siano giustificate, approvare, le richieste di ogni singolo utente per la rimozione di determinati risultati che li riguardano (link contenenti informazioni personali ‘inadeguate’ o ‘non rilevanti’ ndr.)
Secondo dati forniti da Google, quest’anno sono stati esaminati (per la rimozione ndr.) dal motore di ricerca della Mountain View, ben 925.586 URL. Di questi il 41,3%, ovvero 323.482 sono stati rimossi con successo, mentre quelli non rimossi sono stati il 58,7%, per un totale di 459.487.
Google ha inoltre fornito quali sono i 10 domini dai quali il motore di ricerca ha rimosso il maggior numero di URL dai risultati di ricerca. Solo questi dieci siti costituiscono l’8% del numero totale di URL di cui è stata richiesta la rimozione. Facebook, Profile Engine, Youtube e Badoo sono solo alcuni. Il numero di rimozioni di URL su Facebook arriva a 6853, su Youtube sono 3951 e su Badoo 3657.
E dall’Italia quante richieste sono arrivate? Google ha confermato 19.230 richieste di rimozione, per un numero totale di 66.227 URL da esaminare. Il risultato non è stato dei migliori. Al 72.5% (39.787) delle richieste è stata negata la rimozione, mentre solo al 27.5% (15.121) è stata approvata.
Una media, quella Italiana, molto bassa rispetto alla Francia o Germania che hanno invece avuto un numero di richieste maggiori ma anche una percentuale di URL rimossi maggiore rispetto a quella italiana.
I francesi sono tra i primi nella classifica europea con 50.000 richieste e 174.000 link esaminati, di cui il 48% è stato cancellato. D’altro canto, i tedeschi hanno inoltrato 43.000 richieste su un numero di 164.000 URL e ne sono stati rimossi il 48,9% ; gli inglesi invece con 126.000 URL e 32.000 richieste hanno avuto rimossi il 37,6% dei URL.