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Google torna nel mirino dell’Antitrust Ue

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L’Antitrust europeo sta valutando se riaprire o meno il fascicolo su Google, relativo alle accuse di manipolazione dei risultati sul motore di ricerca, che favorirebbero la visibilità dei suoi servizi a danno dei concorrenti. Secondo il Wall Street Journal, le critiche piovute sull’accordo siglato a febbraio fra Jouaquin Almunia, attuale commissario Ue alla Concorrenza (in scadenza a novembre) e Google, potrebbe essere ridiscusso dopo l’uscita di scena di Almunia e l’arrivo del suo successore. Il sistema di indicizzazione delle ricerche di Google è finito sotto la lente della Commissione Europea nel novembre del 2010, su segnalazione di decine di aziende fra cui Microsoft, che denunciavano comportamenti anti concorrenziali da parte del search engine nell’indicizzazione dei risultati delle ricerche.

In sostanza, un utente che cerca di comprare una fotocamera passando da Google – che controlla una fetta di mercato del 90% – vede sistematicamente apparire tra i primi risultati di ricerca i servizi di Google Shopping, a svantaggio di quelli concorrenti come Kelkoo o Twenga.

Lo scorso mese di febbraio Google ha accettato di fare delle concessioni sul modo in cui mostra i link dei suoi competitor, siglando così un accordo che ha messo fine all’indagine dell’antitrust europea, evitando così il rischio di una maxi multa.

L’accordo però ha subito una pioggia di critiche da parte delle aziende concorrenti e della politica, che hanno giudicato troppo morbidi i termini del deal. Ma Joaquin Almunia non ha concesso deroghe, chiudendo l’accordo senza tener conto dei rilievi avanzati dai detrattori che però non ci stanno.

Così ieri la Commissione Europea ha di fatto sconfessato l’accordo, facendo sapere che intende prendere in considerazione i rilievi della critica e che prenderà una decisione finale su come procedere a settembre. Un portavoce della Commissione ha reso noto che le critiche formali all’accordo siglato a febbraio sono attese entro il mese di agosto e che in seguito la Commissione stessa le esaminerà e che in base all’analisi a settembre saranno prese le dovute decisioni, che potrebbero così modificare l’accordo di febbraio.

Un altro fronte caldo per Google nella Ue riguarda il suo sistema operativo Android. La Commissione Europea ha da poco chiesto ai produttori di dispositivi mobili i dettagli degli accordi stipulati relativi all’adozione di Android, il sistema operativo più diffuso a livello globale, che gira su 4 smartphone su 5. Secondo il Wall Street Journal, questa richiesta di informazioni potrebbe trasformarsi in un’indagine formale da parte di Bruxelles.

Il mese scorso, Almunia ha detto che potrebbe aprire un’indagine anche su Youtube, controllata di Google, qualora fosse riscontrata l’intenzione di abusare della posizione dominante del motore di ricerca nel settore dei video online, come denunciato da diverse etichette musicali indipendenti. Ma Martin Schultz, presidente del Parlamento Europe, ha dichiarato alla Bild che con la Commissione Europea in scadenza, sarebbe opportuno che ogni decisione che riguarda Google fosse presa dalla nuova Commissione e in particolare dal nuovo commissario alla Concorrenza, che sostituirà Almunia a novembre.

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