Antitrust, privacy, diritto all’oblio, fisco. Sono tanti i problemi che Google deve affrontare nella Ue, dove la web company Usa è finita nel mirino di regolatori e Governi in diversi paesi e di Bruxelles. Per affrontare meglio i marosi legali e regolamentari nel Vecchio Continente, l’azienda ha deciso di riorganizzarsi, unendo in un’unica struttura le due business unit che c’erano finora, una responsabile dell’Europa settentrionale e occidentale l’altra dell’Europa meridionale e orientale.
Matt Britten, che in precedenza guidava le attività in Europa settentrionale e occidentale, prenderà le redini operative del nuovo business, con i country manager dei singoli paesi che riporteranno direttamente a lui. Britten sarà basato a Londra.
Carlo D’Asaro Biondo, prima responsabile di una delle due aree, assume ora la carica di Presidente delle Relazioni Strategiche EMEA con il compito di stringere alleanze strategiche, in particolare con settori quali le telco, i media e gli editori.
Non si occuperà quindi delle relazioni con i partner commerciali come indicato nel pezzo.
Brittin ha detto al Financial Times che una struttura unitaria in Europa sarà in grado di rispondere meglio alle diverse condizioni e opportunità a livello locale. I cambiamenti organizzativi in seno a Google sono anche una risposta alla crescente pressione di concorrenti come Twitter e Facebook, che spingono il motore di ricerca a cercare risposte più rapide ai nuovi trend digitali che emergono a livello locale.
Google sta inoltre per annunciare nuove iniziative per contrastare la crescente opposizione dal punto di vista regolatorio cui è sottoposta in Europa per la sua posizione dominante e le policy messe in campo nel mercato di Internet e del mobile. Oggi a Bruxelles Brittin ha ricordato come la web company a stelle e strisce intende trasmettere nuovi skil digitali a un milione di cittadini Ue nei prossimi due anni.
Brittin inoltre ha sottolineato il sostegno di Google alla nascita di un mercato unico del digitale nella Ue, proposta chiave del presidente della Commissione Jean Claude Juncker.