È stato facile per Google mantenere il monopolio nella ricerca online, perché ha pagato Apple (con 18 miliardi di dollari nel 2021 secondo il New York Times e con 20 miliardi nel 2022, secondo Bloomberg), Samsung, Verizon e altre aziende per essere automaticamente il motore di ricerca sui loro smartphone e browser web.
Ma questa pratica è stata definita “illegale” nella prima, storica, sentenza antitrust dell’era moderna del web contro un gigante tecnologico. Una decisione già definita come processo Antitrust del secolo. Infatti, la decisione del giudice federale della capitale Usa Amit P. Mehta dà ragione al Dipartimento di Giustizia e agli Stati americani che nel 2020 avevano citato in tribunale Google, accusandolo di aver consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, miliardi di dollari all’anno per diventare automaticamente il provider di ricerca sui loro smartphone e browser web.
La sentenza: “ha violato la sezione 2 dello Sherman Act”
In una sentenza di 286 pagine, il giudice ha stabilito che il colosso di Menlo Park ha bloccato circa il 90% del mercato della ricerca su Internet tramite una partnership con Apple e gli altri operatori di TLC. E ha sentenziato che Google ha penalizzato Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari visualizzati accanto ai risultati di ricerca, consentendole di dominare illegalmente anche quel mercato. Nel dettaglio Google, ha appurato il giudice, “ha violato la sezione 2 dello Sherman Act”. La sezione 2 dello Sherman Act rende illegale per qualsiasi persona o azienda monopolizzare, tentare di monopolizzare o cospirare per monopolizzare qualsiasi parte del commercio o del commercio.
Il Ceo di Microsoft Satya Nadella: “Monopolio di Google rischioso anche per lo sviluppo dell’AI”
La decisione arriva dopo un processo di 10 settimane celebrato lo scorso anno. Il governo federale e vari stati sostenevano che pagando miliardi di dollari per essere il motore di ricerca automatico sui dispositivi dei consumatori, Google aveva negato ai suoi concorrenti l’opportunità di costruire la scala richiesta per competere con il suo motore di ricerca. Nella sua testimonianza, il ceo di Microsoft Satya Nadella si era detto preoccupato che il dominio del suo rivale avesse creato un “Google web” e che il suo rapporto con Apple fosse “oligopolistico”. E aveva ammonito che se avesse continuato imperterrito, probabilmente Google sarebbe diventato dominante anche nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Google dal canto suo si era difesa affermando che stava vincendo la sfida “perché era migliore”.
Prima di una serie di cause avviate dall’amministrazione Biden. Una decisione che potrebbe cambiare forma al mondo digitale e al suo business?
Il provvedimento non include rimedi per il comportamento della società di Menlo Park ma ora il giudice Mehta dovrà decidere in merito, costringendo potenzialmente l’azienda a cambiare il suo modo di operare o a vendere parte della sua attività. La sentenza quindi potrebbe alterare radicalmente il modo di Big Tech di muoversi nel mercato. Secondo il New York Times, la decisione è la vittoria più significativa fino ad oggi per le autorità regolatorie americane che stanno cercando di frenare il potere dei colossi della tecnologia e probabilmente influenzerà altre cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta (proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp). Una decisione che potrebbe cambiare forma al mondo digitale e al suo business?
Mercato dei motori di ricerca, Google controlla una quota del 92%
Secondo i dati diffusi da Oberlo, a febbraio 2024 Google deteneva una quota di mercato globale dei motori di ricerca pari a quasi il 92%. Una quota che non è mai scesa sotto il 90% dal 2014.
I documenti presentati hanno dimostrato che i pagamenti di Google hanno rappresentato nel 2020 il 17,5% dei flussi di cassa di Apple, una quota non indifferente.
Il monopolio illegale di Mountain View? Negli Usa, dopo tre anni di attesa, il processo è iniziato a settembre e si è ora concluso
Il Dipartimento di Giustizia e diversi stati degli Stati Uniti hanno intentato la causa contro Google nel 2020, accusando la Big Tech di costruire un monopolio illegale nel mercato dei motori di ricerca e certamente anche nel mercato della pubblicità, principalmente attraverso accordi multimiliardari pagati alle società di browser, come Apple e molte altre società di massimo rilievo globale.
Dopo tre anni di attesa, il processo è iniziato a settembre e si è concluso ora.
Per saperne di più: Scarica la sentenza in PDF.