Google ha compiuto un primo passo importante per fare (anche) da banca in Europa. Big G ha ottenuto la licenza di moneta elettronica dalla banca centrale della Lituania per offrire i suoi servizi di Fintech in tutta l’Unione europea. La stessa mossa è stata già compiuta sia da Facebook (la licenza è stata concessa dall’Irlanda) sia da Amazon Payments (ha ottenuto l’ok dal Lussemburgo). Ma i tre Over the Top, nonostante la l’entrata in vigore nell’Ue, il 13 gennaio 2018, della direttiva Psd2, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, ancora non possono fare da banca a noi europei: bisogna attendere l’entrata in vigore del regolamento con gli standard tecnici di EBA (RTS) su autenticazione del cliente e comunicazione sicura con i TPP che prestano servizi di Payment Initiation e Account Information. Le regole tecniche di EBA entrano in vigore dopo un periodo transitorio di 18 mesi, ossia (indicativamente) a settembre 2019.
Attualmente Google Pay consente solo agli utenti Android di registrare le carte di credito nel wallet digitale e pagare con lo smartphone nei negozi. Con la licenza di e-money Big G non potrà offrire servizi bancari completi, dai conti correnti ai prestiti ai mutui, ma potrà:
- Eseguire pagamenti.
- Emettere moneta elettronica.
- Gestire wallet di e-money in tutti i paesi dell’Unione europea.
Con la concessione della licenza a Google, la Lituania si posiziona come una delle più veloci giurisdizioni di licenza e-money nell’UE. Il Paese baltico, con un totale di 39 licenze di moneta elettronica, è secondo nell’UE solo al Regno Unito con 128 licenze.
Licenze che così trasformano, piano piano, gli Ott in banche-app pronte a fare il loro ingresso, quando la normativa lo consentirà, nei servizi bancari.
Fintech, se Amazon e Facebook fanno da banca la metà degli italiani apre un conto
In attesa di questo cambiamento la società di consulenza AtKearney ha testato il polso ai consumatori dei principali Paesi europei. Ecco i risultati del sondaggio: il 50% dei consumatori in Italia metterebbe a disposizione i propri dati con altre società in cambio di benefit. Una propensione più alta rispetto alla media dei cittadini europei, la cui apertura alla condivisione è al 32%.
Dunque, secondo questi dati, la metà degli italiani intervistati sarebbe pronta a trasferire conto corrente e dati finanziari a Google, Apple, Facebook, Amazon o altre società di fintech in cambio di sconti sui servizi e migliori prodotti digitali, per esempio app che consentono in modo veloce e sicuro pagamenti digitali e mobili con lo smartphone.
Dal sondaggio emerge inoltre che il 35% dei consumatori in Italia ha dichiarato che potrebbe valutare il cambio della propria banca entro 24 mesi, attratto da buone condizioni di prezzo o da servizi più vicini alle proprie esigenze. Media che nel resto d’Europa si ferma al 22%.
Staremo a vedere con l’avvento delle nuove banche in Europa.