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Google, operative le modifiche al diritto all’oblio richieste dalla Ue

Diritto all'oblio

Da questa settimana diventano effettive le modifiche annunciate il mese scorso da Google per il diritto all’oblio (Scheda) in Europa.

Il gruppo dà così seguito alle richieste dei Garante Privacy europei, accettando di estendere il diritto all’oblio a tutte le versioni del suo motore di ricerca, non solo quindi su base nazionale come avveniva finora.

A partire da questa settimana, spiega Peter Fleischer, responsabile per la privacy di Google, “in aggiunta alle nostre attuali pratiche, useremo anche un segnale di geolocalizzazione (per esempio l’indirizzo IP) per limitare l’accesso alle URL deferenziate da tutti i motori di ricerca di Google, anche google.com. Questo varrà per tutte le ricerche realizzate in un paese dove una persona ha chiesto la rimozione di alcune pagine”.

Fleischer ha precisato che la compagnia applicherà queste nuove modifiche “retroattivamente a tutte le pagine che sono già state cancellate a seguito della decisione della Corte europea”.

D’ora in poi, quindi, in Europa il diritto all’oblio sarà esteso anche la versione google.com del motore di ricerca. L’unico paletto che impone la web company è che le ricerche siano state effettuate in uno dei Paese europei.

In altre parole, se un tedesco chiede a Google di cancellare i risultati di ricerca che conducono al suo nome, questi non saranno più visibili su nessuno dei siti del gruppo, compreso google.com, sempre però che la connessione al motore sia partita dalla Germania.

La compagnia filtrerà, quindi, i risultati di ricerca. Le persone che però accederanno a Google fuori dall’Europa continueranno a vedere i link in questione.

 

Da quando la Corte di Giustizia Ue ha riconosciuto, nel maggio del 2014, il diritto all’oblio, Google ha ricevuto circa 400 mila richieste e ne ha accolte il 42%.

Stando all’ultimo Report sulla trasparenza, dall’Italia ne sono partite 26 mila.

Il gruppo finora si era rifiutato di piegarsi alle richieste delle autorità europee che dal 2014 invocavano un diritto all’oblio ‘completo’.

In particolare è stato il Garante Privacy francese, Cnil, a chiedere fermamente a Google, minacciando pesanti sanzioni, che la cancellazione dei link che puntano a notizie, ritenute non più pertinenti dai cittadini che lo chiedono, fosse estesa a tutte le versioni del motore di ricerca, specie quella google.com, non solo quelle su scala nazionale.

Un’argomentazione finora non condivisa da Google, convinta che estendere il diritto all’oblio a livello mondiale avrebbe ostacolato la libera circolazione dei dati.

Con questa decisione, Google ammorbidisce adesso la propria posizione.

Fleischer è convinto che “questa misura aggiuntiva ai delisting permetterà di migliorare la tutela reclamata dai regolatori europei, preservando però anche i diritti delle persone di altri Paesi di accedere legalmente alle informazioni pubblicate”.

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