Google non torna sui propri passi in Spagna e, come aveva annunciato nei giorni scorsi, da stamani il servizio Google News non è più accessibile come risposta alla nuova legge sul copyright.
Abbiamo, infatti, verificato che oggi invece della pagina che raccoglieva le notizie spagnole Google pubblica un comunicato dove spiega le ragioni della propria scelta.
A nulla è valso il tentativo degli editori dell’Aede di chiedere a Google l’apertura di una trattativa e al Governo di intervenire su questa decisione della compagnia americana.
Il gruppo preferisce andare al muro contro muro.
La nuova norma, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2015, impone agli aggregatori di notizie di pagare un equo compenso agli editori per la pubblicazione di ogni link o di una breve citazione, i cosiddetti snippets. Per chi contravviene alle nuove disposizioni previste sanzioni fino a 600 mila euro.
Google spiega nel comunicato pubblicato oggi d’aver chiuso Google News in Spagna e che “le pubblicazioni degli editori spagnoli non appariranno più a seguito delle recenti modifiche della legge sulla proprietà intellettuale”.
“Sappiamo – spiega il gruppo – che gli utenti saranno scontenti e vogliamo spiegare le nostre ragioni”.
“Google News – ricorda l’azienda americana – è un servizio gratuito usato e apprezzato da milioni di utenti in tutto il mondo ed è attualmente disponibile in 70 edizioni internazionali in 35 lingue”.
“Gli editori – continua la nota – possono scegliere se apparire su Google News o meno e per ragioni importanti la maggior parte di loro sceglie di essere presente”.
“Google News crea valore per queste pubblicazioni – ribadisce l’azienda – indirizzando il traffico verso i siti degli editori e permettendo di generare ricavi pubblicitari”.
“Dopo la riforma della legge sul Copyright abbiamo dovuto chiudere il servizio di Google News in Spagna“, ha quindi ribadito Google, spiegando che le nuove norme prevedono un compenso anche per gli snippets.
“Google News – conclude Google – è un servizio che non produce entrate, non ci sono infatti annunci pubblicitari, per cui questo nuovo approccio è semplicemente insostenibile”.