Non si sono fatte attendere le reazioni alla notizia dell’imminente chiusura in Spagna di Google News, il 16 dicembre, come risposta dell’azienda alla nuova legge sul diritto d’autore che impone agli aggregatori di contenuti di pagare le royalties agli editori, anche per la pubblicazione di brevi estratti di notizie, i cosiddetti snippets.
Key4biz ne ha parlato con il presidente della Fieg, Federazione italiana editori giornali, Maurizio Costa, per approfondire la vicenda.
Key4biz. Qual è la posizione degli editori rispetto a quanto sta accadendo in Spagna come nel resto d’Europa?
Maurizio Costa. Gli editori europei, non solo quelli italiani, sono concordi nell’esigere che venga riconosciuto il diritto d’autore sui contenuti editoriali. Parlare di “frammenti” piuttosto che di citazioni integrali non modifica il problema dell’utilizzo improprio di contenuti soggetti a proprietà intellettuale.
Key4biz. Cosa fare, allora?
Maurizio Costa. Quando Google – nelle sue news – pubblica materiale giornalistico professionale che ha un costo, deve riconoscere il lavoro e gli investimenti degli editori. I modi con cui i diversi Paesi si stanno rapportando con le problematiche che la fruizione dell’informazione in Rete comporta variano.
Key4biz. La reazione di Google in Spagna era prevedibile?
Maurizio Costa. La legge spagnola rappresenta senz’altro una presa di posizione più forte rispetto alla legge tedesca o all’accordo raggiunto in Francia e ha ottenuto per questo una risposta più netta da parte di Google.
Key4biz. Secondo lei, l’Europa rischia un effetto domino?
Maurizio Costa. Non posso prevedere se questa reazione avrà un effetto domino o meno. So che in Italia gli editori sono disponibili a un confronto diretto che finora non è arrivato; Google si è limitato a liturgiche dichiarazioni come quella da ultimo espressa sul presunto aiuto agli editori. Editori che intanto sono impegnati in una riflessione costruttiva interna e con le istituzioni, al fine di trovare una soluzione che tuteli i loro interessi.
Key4biz. Una battaglia in corso, quindi?
Maurizio Costa. Nessuna battaglia di retroguardia o conservatrice. Le imprese editrici di giornali quotidiani e periodici vogliono operare nella Rete, ma nel rispetto, per tutti, delle regole del libero mercato ed essere protagoniste attive della modernizzazione e di un progetto di “Digital act” per il Paese.