Key4biz

Google e la campagna aggressiva contro Breton per evitare nuove regole

Thierry Breton-dati-ue

Google sta pianificando una campagna aggressiva contro Thierry Breton, il commissario europeo al mercato interno e alla promozione del mercato unico digitale, ed altri regolatori a Bruxelles per impedire, con l’introduzione di nuove leggi europee, di danneggiare il potere e il business della società.

Lo scrive il Financial Times dopo aver visionato il documento interno di Google, in cui si legge, chiaramente, la strategia da attuare nei prossimi due mesi per rimuovere “i vincoli irragionevoli” al modello di business di Google e “reimpostare la narrativa politica” attorno alla fase di legislazione in corso. 

Nel mirino il Digital Services Act

Nel mirino di Google c’è Breton, perché il principale fautore dello spezzatino dei Big Tech e della sovranità digitale dei dati B2B europei.

In particolare, nel documento interno di Google, si legge che la campagna aggressiva è focalizzata sul Digital Services Act (DSA): dovrebbe essere approvato a fine dicembre per regolamentare le piattaforme online. Dopo 20 anni dalla direttiva sul commercio elettronico, il nuovo pachetto di misure punta a modernizzare l’attuale quadro giuridico per i servizi digitali, cercando di legiferare su una serie di questioni tra cui:

La strategia di Google

La campagna di Google prevede di “aumentare il respingimento” sul commissario francese e anche di “indebolire il sostegno” per la legislazione proposta a Bruxelles. 

Tra le altre tattiche di lobby delineate nel rapporto c’è quella di “minare l’idea che il DSA non ha alcuno svantaggio per gli europei” e invece “mostrare come il DSA limita il potenziale di Internet. . . di cui le persone hanno più bisogno”. 

Il documento della campagna mostra quindi come Google cercherà “più alleati” nella sua lotta per influenzare il dibattito sulla regolamentazione a Bruxelles, scrive il FT.

La replica di Google

Karan Bhatia, responsabile delle relazioni istituzionali a livello globale per Google e public policy ha dichiarato: “…Come abbiamo chiarito nelle nostre comunicazioni pubbliche e private, nutriamo preoccupazioni su alcune proposte che impedirebbero alle società tecnologiche globali di soddisfare le crescenti esigenze degli utenti e delle imprese europee. Tuttavia, sosteniamo pienamente e continueremo a sostenere un DSA in grado di consentire alla tecnologia di contribuire alla ripresa dell’Europa e al futuro successo economico”.

Una replica che conferma il contenuto del documento in cui si delinea la campagna di lobby contro chi legifera a Bruxelles. 

Exit mobile version