Gli utili dei giganti del web continuano a correre. Dopo i risultati positivi di Facebook, anche Twitter e Alphabet, la società madre di Google, hanno chiuso il primo trimestre 2018 in forte crescita. Il microblogging ha registrato, per la seconda volta nella sua storia, un utile: 61 milioni di profitti su 665 milioni di ricavi, mentre il fatturato di Alphabet ha toccato i 31,1 miliardi di dollari, con un incremento del 26% anno su anno. L’utile è passato da 5,4 a 9,4 miliardi di dollari. Google continua a incassare sempre più pubblicità e proprio su questo aspetto l’Ad Sundar Pichai ha cercato di placare i timori degli investitori preoccupati degli effetti (negativi) che il settore potrebbe subire dal 25 maggio, quando il Regolamento generale in materia di protezione dei dati (Gdpr) sarà, pienamente, efficace.
“Nessun effetto negativo”, ha risposto Pichai, “perché stiamo lavorando, duramente, alla compliance del Gdpr da 18 mesi”. Non siamo preoccupati, ha aggiunto, il Ceo perché la maggior parte della nostra attività pubblicitaria proviene dalla ricerca su Google, attraverso le parole chiave, per mostrare annunci o prodotti pertinenti.
Il problema sollevato dagli investitori riguarda soprattutto il restante 20% delle entrate pubblicitarie che provengono dai servizi AdMob, AdSense o DoubleClick utilizzati dagli utenti per pubblicare annunci sui propri siti web. “Se un gran numero di utenti di Internet europei ha disattivato il targeting degli annunci utilizzato da questi strumenti, allora i servizi messi a disposizione da Google potrebbero essere meno utili per gli inserzionisti”, questa è la preoccupazione sollevata all’Ad Sundar Pichai, durante la presentazione dei risultati della trimestrale.
“Nel complesso, pensiamo di essere in grado di rispettare il GDPR, con un impatto positivo per gli utenti, gli editori e gli inserzionisti, e quindi senza far soffrire la nostra attività”, ha concluso Pichai, che ha guadagnato 380 milioni di dollari a titolo di premio per le performance totalizzate dal colosso di Mountain View.
La paura di Facebook per il Gdpr
L’ottimismo di Google si contrappone alla forte paura di Facebook nei confronti del Gdpr. Durante la presentazione dei risultati economici finanziari del social network, David Wehner, il direttore finanziario, ha detto apertamente ai suoi azionisti di temere il Gdpr. “Prevediamo in anticipo un paio di conseguenze quando in Europa entrerà in vigore il Regolamento sulla privacy”, ha dichiarato. “Con il lancio del Gdpr diminuiranno utenti e ricavi in Europa perché le persone hanno iniziano a proteggere i loro account per impedire così tanta pubblicità mirata”, ha spiegato Wehner.
Vedremo se anche i servizi pubblicitari di Google subiranno o meno un contraccolpo.
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