In un anno è raddoppiato il numero delle richieste rivolte a Google da parte dei titolari dei diritti d’autore per la rimozione di link a siti di pirateria.
Senza una stretta collaborazione tra le parti non è infatti pensabile di poter condurre un’efficace azione di contrasto al downloading e allo streaming illegale.
Industria della musica e del cinema sollecitano sempre più Google perché partecipi attivamente in questa battaglia contro chi viola i copyright.
Solo il mese scorso Google ha ricevuto oltre 77 milioni di richieste di cancellazione di link (il doppio rispetto a febbraio 2015, ndr) provenienti da circa 6.500 titolari dei diritti d’autore o dai loro rappresentanti.
Stando ai dati forniti dal Rapporto sulla Trasparenza di Google, la British Phonographic Industry, che rappresenta l’industria musicale britannica, è stata la più attiva con circa 7 milioni richieste depositate per la cancellazione di pagine web pirata.
Solo la pay tv francese Canal+ che fa capo a Vivendi nel corso del 2015 ha inoltrato a Google la domanda di cancellazione di 13 milioni di link dai risultati di ricerca, di cui 3 milioni solo nel mese di febbraio.
Si tratta soprattutto di siti che offrono lo streaming illegale di film e serie tv trasmesse da Canal+.
L’infografica seguente indica che Canal+ ma anche altri titolari di diritti come l’editore Citel o il produttore giapponese Toei, hanno cominciato a sollecitare Google solo a partire dallo scorso anno.
La web company riceve oggi circa 2,5 milioni di richieste al giorno, vale a dire quasi 100 mila ogni ora.
Il confronto del numero medio delle richieste settimanali ricevute da Google ogni febbraio degli ultimi cinque anni evidenzia una crescita esponenziale delle domande dei titolari dei diritti: nel 2016 potrebbero sfiorare il miliardo mentre erano solo poche decine nel 2008 (Fonte Torrent Freak)
Le richieste vengono formulate in linea con quanto previsto dalla norme americane del Digital Millennium Copyright Act (DMCA), adottate nel 1998, che mirano a proteggere i titolari dei diritti dalla pirateria.
In Italia dal marzo 2014 è in vigore il Regolamento Agcom sul diritto d’autore online. Un provvedimento importante che, come ha ricordato il Segretario Generale di FAPAV Federico Bagnoli Rossi in una recente intervista a Key4biz, ha permesso al nostro Paese “di intervenire in tempi relativamente brevi bloccando l’accesso a quei siti che offrono contenuti senza autorizzazione“.
Bagnoli Rossi ha detto anche che “L’attenzione internazionale sull’Italia, e su quello che sta facendo in tema di tutela del copyright, è molto alta e i risultati iniziano a vedersi. Negli ultimi due anni il nostro Paese non è stato inserito nella Watch List dello Special Report 301 anche a riprova di come il nostro mercato stia diventando più affidabile sul piano della tutela dei contenuti e delle opere culturali”.
Tornando al Report sulla Trasparenza di Google, quello che possiamo osservare è che il forte aumento delle richieste inviate può essere spiegato in parte dalla semplificazione delle procedure che è avvenuta nel corso degli anni.
Google ha sempre detto chiaramente che si impegna ad accogliere favorevolmente le domande che riceve “a condizione che siano formulate in modo chiaro e preciso”.
Tra quelle respinte, il gruppo cita per esempio quella di un “importante studios cinematografico che per due volte ha chiesto la cancellazione di una rassegna sui film pubblicata sul sito di un grande giornale”.