Dopo essere stati la gallina dalle uova d’oro della telefonia mobile (o come si dice la ‘killer application’), i messaggini sono ormai in una fase che si potrebbe definire ‘terminale’, scavalcati nelle preferenze e nelle abitudini degli utenti dai vari Whatsapp e Skype.
Secondo recenti dati Deloitte, i servizi di instant messaging veicolano ogni giorno circa 50 miliardi di messaggi contro i 21 miliardi di sms.
Non tutto, però, è perduto. Gli operatori telefonici, anche se privati del gettito derivante dall’uso ‘privatistico’– ormai molto risicato anche perché sempre più gli sms sono inclusi in pacchetti ‘unlimited’ – possono sperare di continuare a fare soldi con i messaggini: devono solo comprendere che il mercato di riferimento è cambiato.
Gli sms, infatti, non sono destinati ad andare in pensione nel breve periodo, visto che restano comunque uno strumento di comunicazione ancora molto usato dalle aziende e dalle pubbliche amministrazioni per veicolare informazioni, pubblicitarie le prime, istituzionali le seconde, ai clienti e ai cittadini.
Insomma, anche se è passato il tempo degli sms come strumento privilegiato per le comunicazioni interpersonali, i messaggini sono ancora vivi e vegeti come strumento di marketing e di informazione ‘di servizio’, utilizzati da banche, compagnie aeree, commercianti per fidelizzare la clientela, offrire sconti, notificare transazioni e migliorare le relazioni coi clienti.
Secondo Juniper Research, i ricavi legati al cosiddetto mercato application-to-person supereranno quelli della messaggistica person-to-person, attestandosi, rispettivamente a 57 e 56 miliardi di dollari.
Il punto di forza degli sms è la loro ubiquità: possono essere ricevuti su qualunque cellulare, mentre così non è per le app di messaggistica, che possono essere usate solo sugli smartphone. Nei paesi in via di sviluppo, dove la penetrazione degli smartphone è ancora bassa e la copertura della banda larga a macchia di leopardo, gli sms possono essere l’unico strumento di comunicazione ‘universale’ coi clienti e coi cittadini.
Lo dimostra, ad esempio, il successo di servizi come M-Pesa, che abilita il trasferimento di denaro tra utenti mobili via sms e ha superato in Kenya i 15 milioni di utenti.
Ma soprattutto, come certifica uno studio di Dialogue Communications, gli sms dopo 20 anni restano una delle poche forme di comunicazione digitale che nessuno ignora: il 98% dei messaggi viene aperto e il 90% dei messaggi viene letto entro tre minuti dalla ricezione.