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Gli investimenti nelle startup di AI generativa hanno superato i 3,9 miliardi di dollari nel Q3 2024

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Nel terzo trimestre del 2024, gli investimenti dei venture capitalist nelle startup di intelligenza artificiale generativa hanno raggiunto 3,9 miliardi di dollari, con 206 accordi conclusi, secondo PitchBook.

Generative AI Insights è la rubrica curata da Recomb, il think tank dedicato all’esplorazione dell’impatto e del potenziale dell’AI generativa in vari aspetti della vita umana. Recomb studia l’AI generativa da tutte le angolazioni: professionale, etica, tecnica, legale, economica, ambientale, sociale, educativa e culturale. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Generative AI Insights su Key4biz clicca qui..

Nel terzo trimestre del 2024, gli investimenti dei venture capitalist nelle startup di intelligenza artificiale generativa hanno raggiunto 3,9 miliardi di dollari, con 206 accordi conclusi, secondo PitchBook. Di questi, 2,9 miliardi sono stati destinati a compagnie statunitensi. Tra i maggiori beneficiari vi sono Magic, che ha raccolto 320 milioni, Glean con 260 milioni, e Hebbia con 130 milioni.

In Cina, Moonshot AI ha ottenuto 300 milioni, mentre la giapponese Sakana AI ha chiuso un round da 214 milioni. Nonostante le preoccupazioni legate all’affidabilità e alla legalità della tecnologia, in particolare per quanto riguarda i dati protetti da copyright, gli investitori puntano sul potenziale dell’AI generativa di radicarsi in industrie redditizie.

Le previsioni di Forrester indicano che il 60% degli scettici sull’AI generativa potrebbe adottare questa tecnologia, mentre Gartner stima che il 30% dei progetti di AI generativa potrebbe essere abbandonato entro il 2026. Tuttavia, l’adozione su larga scala è frenata dai requisiti computazionali enormi, che potrebbero portare alla costruzione di data center di scala gigawatt, con un conseguente impatto ambientale significativo.

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Gartner: il 2025 vedrà l’ascesa degli agenti AI (e altri trend principali)

Gartner prevede che entro il 2025 l’adozione degli agenti AI, o collaboratori virtuali, diventerà una delle principali tendenze tecnologiche. Questi agenti saranno in grado di automatizzare decisioni e processi, migliorando produttività ed efficienza in vari contesti lavorativi. Si stima che entro il 2028, il 15% delle decisioni quotidiane sarà preso autonomamente da questi sistemi, un significativo balzo rispetto allo 0% attuale.

Tuttavia, emergono anche preoccupazioni legate alla governance e alla fiducia in queste tecnologie. Per questo, Gartner evidenzia l’importanza di piattaforme per la gestione dell’AI, volte a garantire trasparenza ed etica. Altri trend includono l’evoluzione della sicurezza contro la disinformazione, resa possibile dall’AI, e la necessità di prepararsi per la crittografia post-quantistica, che potrebbe rendere vulnerabili i sistemi attuali.

Un altro campo emergente è quello delle interfacce cervello-macchina, che potrebbero potenziare le capacità cognitive umane, con applicazioni che vanno dall’upskilling del personale alla personalizzazione del marketing. Questi cambiamenti rappresentano un potenziale trasformativo per le organizzazioni, ma sollevano anche questioni di sicurezza e responsabilità etica.

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News Corp fa causa a Perplexity per aver copiato contenuti del Wall Street Journal e del New York Post

News Corp fa causa a Perplexity per aver copiato contenuti del Wall Street Journal e del New York Post
News Corp, proprietaria di testate come il Wall Street Journal e il New York Post, ha avviato una causa contro la startup Perplexity, accusandola di violazione del copyright.

Secondo l’accusa, Perplexity ha riprodotto illegalmente articoli e analisi su larga scala, sfruttando contenuti giornalistici senza autorizzazione per addestrare i propri modelli di ricerca AI. La piattaforma permette agli utenti di ottenere riassunti dei contenuti, eliminando la necessità di cliccare sui link, il che riduce i ricavi delle testate. Inoltre, News Corp afferma che Perplexity ha citato erroneamente fonti o addirittura attribuito notizie false alle sue testate.

La causa arriva dopo che, a luglio, News Corp aveva inviato una richiesta formale senza ricevere risposta. Questa non è la prima accusa rivolta a Perplexity: altri media, tra cui Wired e Forbes, l’hanno già accusata di plagio e di eludere paywall.

Mentre alcuni editori, come Time e Fortune, hanno accordi di pagamento con Perplexity, News Corp chiede che il tribunale vieti l’uso non autorizzato dei suoi contenuti e che vengano distrutti i database contenenti il materiale protetto.

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