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Gli attori di videogiochi di Hollywood scioperano per preoccupazioni su AI e salari

FILE - SAG-AFTRA captains Iris Liu, left, and Miki Yamashita, center, and SAG-AFTRA chief negotiator Duncan Crabtree-Ireland lead a cheer for striking actors outside Paramount Pictures studio, Nov. 3, 2023, in Los Angeles. While negotiators with SAG-AFTRA have made gains in bargaining over wages and job safety in their video game contract, leaders say talks have stalled over a key issue: protections over the use of artificial intelligence. (AP Photo/Chris Pizzello, File)

Gli attori di voce e i performer di motion capture dei videogiochi di Hollywood hanno indetto uno sciopero a causa del fallimento delle negoziazioni contrattuali relative alla protezione dei lavoratori contro l’uso dell’AI. Il sindacato SAG-AFTRA ha annunciato lo sciopero a partire dal 26 luglio, dopo che l’accordo sui media interattivi è scaduto nel novembre 2022 e le trattative non hanno portato a un consenso sulla protezione dei lavoratori contro l’AI.

Nonostante alcuni accordi raggiunti, i datori di lavoro non hanno garantito chiaramente la protezione dei performer contro l’uso dell’AI. Il sindacato, che rappresenta anche attori di cinema e TV, sta affrontando un doppio sciopero, il primo in 63 anni. Le questioni principali riguardano l’aumento dei salari, il trattamento medico e le pause per i performer di motion capture.

Nonostante i produttori di videogiochi abbiano proposto aumenti salariali e altre protezioni, il sindacato rimane insoddisfatto delle misure offerte. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di un gruppo negoziale unico nell’industria dei videogiochi, rendendo più probabile che uno o più sviluppatori accettino le richieste del sindacato per evitare ritardi costosi.

Le preoccupazioni per l’inflazione e la sicurezza dei lavoratori sono al centro delle negoziazioni, con il sindacato che cerca garanzie solide contro l’uso improprio dell’AI.

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La nuova modalità vocale di ChatGPT, tanto attesa, verrà lanciata per gli abbonati Plus questa settimana

La nuova modalità vocale di ChatGPT, molto attesa dagli utenti, è pronta per essere rilasciata agli abbonati Plus di OpenAI. Questa nuova funzionalità, dimostrata per la prima volta quasi due mesi fa, consentirà conversazioni naturali e in tempo reale con l’AI, grazie al modello GPT-4o che integra audio, testo e video nelle sue risposte.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha annunciato su X (ex Twitter) che il rilascio iniziale in modalità alpha inizierà la prossima settimana per un gruppo selezionato di utenti Plus, che pagano $20 al mese. Anche se inizialmente sarà disponibile solo per pochi utenti, OpenAI prevede di estendere l’accesso a tutti gli abbonati Plus entro l’autunno. Il nuovo Voice Mode ha suscitato grande attesa grazie alle sue dimostrazioni di capacità, come improvvisazioni con voci di personaggi diversi, supporto nel ruolo di intervistatore, e assistenza nell’apprendimento di nuove lingue.

Queste funzionalità avanzate differenziano ChatGPT dagli altri assistenti vocali AI, come Siri, che recentemente ha ricevuto un aggiornamento AI ma non ha ancora dimostrato la stessa capacità di conversazioni naturali e fluide. Con l’introduzione di questa nuova modalità vocale, OpenAI continua a posizionarsi come leader nell’innovazione AI, suscitando ulteriore interesse e aspettative nel settore tecnologico.

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Studio rileva che il 77% dei dipendenti segnala un aumento del carico di lavoro dovuto all’AI

Nonostante il 96% dei dirigenti di alto livello preveda che l’AI aumenti la produttività, un nuovo studio rivela che il 77% dei dipendenti riferisce che l’AI ha incrementato il carico di lavoro, ostacolato la produttività e contribuito al burnout. Il sondaggio, condotto in collaborazione con l’Upwork Research Institute, ha coinvolto 2.500 dirigenti, dipendenti a tempo pieno e freelance a livello globale, evidenziando un divario tra le aspettative dei manager e le esperienze reali dei dipendenti.

Inoltre, quasi la metà dei dipendenti (47%) non sa come raggiungere i guadagni di produttività attesi dai datori di lavoro, e il 40% sente che le richieste relative all’AI siano eccessive.

Il sovraccarico lavorativo ha portato un terzo dei dipendenti a valutare la possibilità di lasciare il lavoro nei prossimi sei mesi. Tuttavia, i freelance stanno rispondendo meglio alle richieste di produttività, superando spesso i dipendenti a tempo pieno e contribuendo a migliorare l’agilità organizzativa, la qualità del lavoro e l’innovazione. Lo studio suggerisce che le aziende devono rivedere i modelli di lavoro per sbloccare il pieno potenziale dell’AI, investendo oltre la semplice tecnologia, coinvolgendo esperti esterni e adottando metriche di produttività più adeguate.

Per i dipendenti, è importante partecipare a programmi di formazione sull’AI e collaborare con freelance esperti per migliorare l’efficacia e il benessere lavorativo.

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