la polemica

Giuseppe Recchi (Telecom Italia): ’Ok al Dl comunicazioni o sarà occasione persa’

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Dopo l'attacco sarcastico su Twitter da parte del vicesegretario alla presidenza del Consiglio, Raffaele TIscar ai danni di Telecom, il presidente dell'ex monopolista parla di mancata occasione se il Dl comunicazioni non dovesse passare.

“Stiamo aspettando con ansia che si sblocchi il decreto tlc, e siamo certi che il Governo farà un’operazione che tiene conto di avere mercati competitivi con regole uguali per tutti a beneficio del Paese stesso.”

Questo quanto ha detto Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, facendo capire che “per operatori come noi, così impegnati con un piano da 10 miliardi, sarebbe un peccato, un’occasione mancata per il Paese se non venisse incoraggiata a investire”.

Ma il ‘casus belli’ ha avuto origine ieri, quando è stato segnalato che sul profilo Twitter, Raffaele Tiscar, vicesegretario generale di Palazzo Chigi, aveva fatto -in data 30 maggio- del sarcasmo su una pubblicità della fibra di Telecom, in un cartellone affisso sul circuito del moto gp del Mugello.


Immediate – seppur tardive rispetto al giorno in cui era stato pubblicato su Twitter – le reazioni da parte dell’ex monopolista. Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, mostra il suo discontento in una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, allo stesso Tiscar e ai presidenti di Antitrust e Agcom. “Ancora una volta le dichiarazioni e l’atteggiamento di Tiscar ci lasciano stupefatti” per cui “chiediamo al presidente del Consiglio di valutare seriamente e al più presto la correttezza dei comportamenti del segretario generale di palazzo Chigi adottando le conseguenti determinazioni. Riteniamo infatti che Tiscar sia più interessato con la sue posizioni a danneggiare potenzialmente Telecom Italia che a svolgere il suo compito che dovrebbe essere quello di stabilire sinergie e non creare fratture e dissidi in un momento così delicato”.

Lo stesso Recchi non è sembrato molto contento dal commento di Tiscar. “Fa pensare che rappresentanti di istituzioni possano lasciarsi andare a commenti emotivi e fuori luogo che offendono i 53.000 lavoratori di Telecom Italia. Chi decide di andare su Twitter lo fa con un suo stile ma non sta a noi commentare.” 

 

Recchi ha poi voluto precisare che “non c’ è nessun collegamento” tra il possibile cambio ai vertici della Cassa depositi e prestiti e il piano sulla banda larga  confermando che “Cdp ha la sua mission” mentre il piano per la banda larga “rientra nella strategia politica del paese”.

Per quanto riguarda il fronte delle 4mila assunzioni annunciate, resta l’impegno di Telecom Italia ma per il via libera occorre attendere l’entrata in vigore dei decreti attuativi del Jobs act che prevedono la solidarietà espansiva. “L’impegno sulle assunzioni c’è – ha detto Recchi – siamo in attesa dei decreti attuativi del Jobs act per la solidarietà espansiva, 4mila persone dopo sette anni senza assunzioni per via della crisi e’ un dato importante”.

Gli investimenti che Telecom mette in campo per portare la rete in fibra fino alla casa degli utenti finali (la cosiddetta Fiber to the home) serve anche perché tra “5 anni arriva il 5G, non certo per le esigenze della signora Maria o per fare contento il governo”. Così l’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano, durante il convegno TimUday.

Patuano ha premesso che l’investimento vuole avere una valenza a lungo termine sul piano finanziario e industriale e ha chiesto provocatoriamente: “pensate che vogliamo realizzare il Ftth per portare un giga di velocità alla signora Maria o perché tra cinque anni si sarà sviluppato il 5G? Evidentemente visto che questo accadrà e noi stiamo realizzando questo progetto tanto vale farlo subito”. “Se pensate che facciamo tutto questo dibattito perché voglio far contento il governo è un errore”, ha concluso.

Per quanto riguarda il possibile consolidamento nel settore delle telecomunicazioni in Europa prospettato nei giorni scorsi da Vittorio Colao, Ceo di Vodafone Group, Patuano ha detto che “Creare degli agglomerati più grandi risponde a logiche di sinergie di scala. Sicuramente c’è valore nelle sinergie di scala ma non è l’unica strategia possibile”.

Intanto, resta l’incertezza sui vertici di Cassa Depositi e Prestiti. Al termine del Cda che si è riunito oggi e che all’ordine del giorno si occupava della partecipazione al Fondo salva-imprese (manifestato l’interesse non vincolante a partecipare con un budget di un miliardo di euro), non è trapelato nulla circa un’eventuale passo indietro del presidente della Cdp, Franco Bassanini e dall’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini. Le voci parlano di un possibile allargamento del Cda della Cassa.

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