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Giovanni Buttarelli (Garante Privacy Ue): ‘Le attuali norme non sono più sostenibili’

Giovanni Buttarelli

La Ue deve fare di più per la privacy dei cittadini europei. E’ questo l’appello lanciato da Giovanni Buttarelli, Garante Ue per la protezione dei dati, che in occasione della Giornata Europea della privacy ha esortato il Consiglio europeo e il Parlamento Ue a procedere al più presto con una riforma se la Ue vuole essere un player globale credibile in materia.

Per Buttarelli, è necessario “rendere più efficaci le attuali disposizioni Ue in materia di data protection per consentire ai cittadini di poterli esercitare più facilmente” al tempo di oggi dove le vite di tutti sono strettamente legate all’uso degli smartphone.

“Ho l’onore – ha aggiunto Buttarelli – di servire questa istituzione in un momento storico per il data protection a causa dei grossi cambiamenti tecnologici previsti in tutto il mondo. In questo contesto dobbiamo lavorare per attuare i principi fissati dal Trattato di Lisbona e dalla Carta dei Diritti fondamentali”.

Buttarelli dichiara senza mezzi termini che l’attuale quadro Ue sulla protezione dei dati è “frammentato” e “non è più sostenibile” e tutto questo ha anche un impatto in termini di costi.

Bisogna quindi che la Ue intervenga per rendere “più efficaci” le norme sulla privacy, indica il Garante che aggiunge: “Incoraggeremo i legislatori a non agire sotto la spinta delle emozioni e a considerare gli effetti di lungo termine” per escludere il rischio di “effetto domino su altre questioni“, comprese quelle riguardanti la protezione dei dati.

Per Buttarelli non si può limitare il dibattito contrapponendo la sicurezza alla privacy: “Non sono un amante della tesi ricorrente chela privacy debba essere equilibrata. Stiamo parlando di diritti fondamentali. Per legge ogni intervento in materia di sicurezza è lecito solo quando vengono pienamente dimostrati la necessità e la proporzionalità”.

Buttarelli è invece a favore di un “approccio mirato“.

Per favorire questa linea, il Garante intende lavorare in stretta collaborazione con tutte le istituzioni.

“Con il Parlamento abbiamo un legame speciale per via dei molteplici dossier ancora in sospeso ma – assicura – ci asterremo dall’avere un classico approccio burocratico e cercheremo di anticipare le loro esigenze, saremo più dinamici e agiremo come problem solver. Non saremo quindi un’istituzione isolata”.

Al momento Governi nazionali e Parlamento europeo sono impegnati in un processo di revisione delle norme Ue sulla protezione dei dati, che risalgono al 1995, per adattarle all’era digitale.

La Lettonia, che per sei mesi avrà la presidenza di turno del Consiglio Ue, ha fatto sapere che la sua priorità sarà appunto trovare l’accordo su queste urgenti questioni.

I leaders Ue si sono dati un anno di tempo per completare il lavoro. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore nel 2018 e forniranno un quadro completo che sarà valido per almeno un decennio.

L’obbiettivo è offrire un pacchetto di norme unico che possa essere applicato in tutta le Ue e superare così l’attuale frammentazione.

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