Donne nelle industrie audiovisive tra innovazione e creatività
In un contesto di profonda trasformazione del settore audiovisivo, tra innovazioni tecnologiche e nuove competenze, il ruolo delle donne e della loro creatività è ancora più centrale per lo sviluppo sostenibile e competitivo del nostro Paese.
In occasione della Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale (World Intellectual Property Day, #WorldIPday) si è tenuto a Roma l’evento organizzato da FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in collaborazione con l’Associazione CIVITA, dal titolo: “Donne nelle industrie audiovisive tra innovazione e creatività”.
Una doppia celebrazione, sia per il World IP Day 2023, sia per la Festa dell’Europa (che cade proprio oggi 9 maggio), che ha consentito a tutti di riflettere sul momento di piena trasformazione che sta vivendo non solo l’Italia, ma l’Europa intera.
Una fase di cambiamento e innovazione che certamente ha investito l’industria dell’audiovisivo, della creatività e della cultura, con il faro puntato sulle donne, sul loro lavoro quotidiano, sulla loro voglia di esprimersi e di dire la propria sulle tematiche che contano, di farsi valere come professioniste.
Concetti che rimarcano in modo chiaro le diverse personalità nazionali ed internazionali del mondo delle Istituzioni, delle imprese e delle associazioni di settore intervenute nel confronto.
Bagnoli Rossi (FAPAV): “Legalità per garantire e tutelare il riconoscimento del lavoro creativo e innovativo”
Ad apire gli interventi è stato Federico Bagnoli Rossi, Presidente di FAPAV, che ha introdotto i partecipanti e ricordato quanto in un mondo sempre più tecnologico, “la legalità rappresenti ancora un pilastro fondamentale per tutelare e garantire il riconoscimento del lavoro creativo e innovativo dell’industria audiovisiva”.
“Proteggere significa anche favorire lo sviluppo e dare l’opportunità alle nuove generazioni di poter mettere a disposizione il loro talento a favore di una creatività che non può essere inquadrata dentro un contesto di genere. Occorre ragionare in modo inclusivo, dare spazio alle nuove competenze e consentire a uomini e donne di poter incidere in maniera determinante alla crescita delle industrie creative”, ha dichiarato il Presidente di FAPAV.
Bagnoli Rossi ha poi ricordato che “proprio nella seduta di oggi, la VIII Commissione del Senato della Repubblica avvierà l’esame del testo della nuova proposta di legge sul contrasto alla pirateria digitale approvato all’unanimità alla Camera dei Deputati e confidiamo che questa importante iniziativa legislativa giunga rapidamente in porto, al fine di compiere un ulteriore passo avanti nelle azioni di tutela”.
“Vogliamo inoltre cogliere l’occasione per annunciare la seconda edizione della campagna tutta al femminile “We Are Stories”, dedicata alle storie di chi ce l’ha fatta, come nel caso di Nicola Conversa, regista e sceneggiatore della campagna, assieme a Garbriele Boscaino, produttore. Stiamo realizzando altri due spot che si stanno girando proprio qui a Roma e di cui presto avrete notizie”, ha precisato Bagnoli Rossi.
L’evento è stato aperto con una dedica speciale al regista Alessandro D’Alatri, premio FAPAV 2015, recentemente scomparso, che nei suoi film ha sempre valorizzato al massimo le protagoniste femminili.
Cinema e cambiamento, come la donna ha trovato posto nell’industria dell’audiovisivo
“Oggi la tecnologia sta favorendo questo cambiamento, rendendolo più rapido, accelerando l’innovazione, la crescita e una nuova visione del mondo, più inclusiva e più equa”, ha detto in un video messaggio Daren Tang, Direttore Generale dell’Organizzazione mondiale per la Proprietà Intellettuale.
“Il cinema è uno dei vettori più importanti al mondo per il cambiamento. Ogni storia raccontata è un messaggio e grazie all’industria dell’audiovisivo siamo praticamente circondati di storie. Un mondo che cambia di continuo e che attraverso la proprietà intellettuale crea sempre nuovi posti di lavoro, maggiori opportunità di crescita per le imprese e le professioni. La storia del mondo in cui viviamo deve ancora essere scritta e immaginata. C’è posto per tutti in questa narrazione”, ha spiegato sempre in un messaggio video Charles H. Rivkin, Presidente e CEO della Motion Picture Association (MPA).
“Le donne sono sempre state fondamentali nel mondo del cinema e della televisione. Basti pensare all’ultimo film “Barbie”, che è prima di tutto un personaggio femminile che incarna pienamente la proprietà intellettuale. L’industria creativa in fondo ha già superato molti dei problemi di cui ancora si dibatte, perché le questioni di genere, di etnia e culturali semplicemente non trovano casa in un film. Il cinema è di fatto un prodotto che offre sempre più inclusione ed equità. Alla MPA lavoriamo da dieci anni almeno a questi temi così delicati e un numero crescente di donne che entra nella nostra Associazione ricopre sempre più posti di responsabilità. Il cambiamento è quindi in atto, ma non deve riguardare solo le donne, è una responsabilità collettiva portarlo a completamento”, ha dichiarato Stan McCoy, Presidente Motion Picture Association EMEA
McCoy ha ricordato che negli ultimi due anni la MPA ha collaborato con Anica Academy per una borsa di studio intitolata a Mina Larocca.
Tavola Rotonda, le donne protagoniste (non solo nel cinema)
La successiva Tavola Rotonda, moderata da Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale ANICA, e completamente occupata da professioniste del mondo dell’audiovisivo, ha approfondito la tematica della figura femminile in questa industry, così centrale nell’immaginario collettivo e nella nostra quotidianità e che già da tempo ha riconosciuto alle donne capacità e competenze.
“A 33 ani ero Amministratore Delegato del quotidiano Il Messaggero, ma nella vita ho ricoperto ruoli di responsabilità in molti altri settori, tra cui quello della cooperazione tecnica, e da qui il pensiero laterale che mi ha accompagnato sempre in tutti i lavori, con una dose di fantasia e creatività che mi hanno portata ad arrivare a fare l’imprenditrice, un lavoro molto difficile, anche più del CEO, perché non vuol dire solo trovare le storie, ma crearci anche il business dietro. In Lux il 70% del personale è donna, con numerose figure femminili che ricoprono ruoli di massima responsabilità. Persone che questo riconoscimento se lo sono conquistato sul campo”, ha detto Matilde Bernabei, Fondatrice e Presidente Onorario Lux Vide.
“Bisogna raccontare soprattutto quello che c’è dietro l’azienda. Negli ultimi anni si stanno posizionando in ruoli decisionali e di responsabilità molte professioniste. Sono entrata in Mediaset in un team prettamente maschile, poi negli ultimi 8 anni ho preso la responsabilità dell’area e ho con me tutte donne. Il cambiamento sta avvenendo, forse lentamente, ma a vari livelli, con un 30% di donne dirigenti nel Gruppo Mediaset. Conquistarsi la fiducia è fondamentale, ma ancora di più lo è l’autorevolezza per crescere a livello professionale. Impariamo a guardare fuori dagli schemi”, ha affermato Francesca Fastelli, Responsabile Regolamentazione e Adempimenti Istituzionali Mediaset.
Domizia De Rosa, Presidente Women in Film, Television & Media, ha spiegato che “bisogna approfittare di queste occasioni di dialogo per capire che si è sulla strada giusta a livello professionale. È inevitabile che il proprio genere vada a determinare delle scelte di vita, in questo caso di vita lavorativa. Entrare in un gruppo come Warner ha aperto molte porte, alcune su mondi che pochi altri posti di lavoro potevano permettermi. Oggi mi è chiaro che i ruoli erano divisi in base al genere, donna equivaleva a cura ed accudimento, uomo equivaleva al pragmatismo e i lavori d’azione. Mi sono ritrovata nel primo ruolo all’inizio, ma poi è arrivata l’occasione di un riscatto. Oggi il cambiamento sta divenendo reale per tutte, ma qualche anno fa era molto più lento e difficile. Bisogna essere svegli per approfittare delle sliding doors che la vita ci concede. Abbiamo sempre il potere di fare delle scelte e il talento trova sempre la sua strada”.
“La metà dei dipendenti sono donne e tra i manager siamo al 51%. All’interno del team italiano le percentuali sono anche più alte. Dobbiamo sottolineare che si arriva a questo livello per merito, non per le quote rosa. In termini meramente professionali, la crescita di una storia da raccontare non può prescindere dal punto di vista maschile. E noi dobbiamo valorizzare nuovi punti di vista sulla femminilità e avere attenzione nelle scelte dei contenuti e nelle persone che li sviluppano. C’è una responsabilità nel valorizzare le scelte giuste. Per dare vere opportunità bisogna anche formare le persone per creare nuove professionalità, offrendo loro concrete sliding doors. La creatività aumenta sempre con l’esperienza e con l’incontro con gli altri”, ha sottolineato Luisa Cotta Ramosino, Direttrice Serie Italiane Netflix.
Occhi aperti per non perdere le “sliding doors” del nostro tempo
“Entrata in azienda ho colto le dinamiche che c’erano e mi sono resa conto che il settore sportivo era indietro in termini di rappresentazione della donna e dei nuovi codici di comunicazione. Da lì siamo partiti per superare questa autoreferenzialità. Togliendo la cravatta ai conduttori, scegliendo ragazzi giovani. Sul fronte della rappresentazione femminile siamo sul 50%, mai raggiunto in passato. La stessa audience è molto recettiva e abbiamo raggiunto un’elevata potenza di comunicazione, con la possibilità di inviare messaggi di cambiamento all’audience”, ha detto Ughetta Ercolano, Senior Vice President Content DAZN Italia.
Per Manuela Cacciamani, Presidente Unione Editori e Creatori Digitali ANICA e Fondatrice One More, Pictures, invece, “bisogna essere un po’ visionari per sviluppare la creatività e la tecnologia può aiutare e allo stesso tempo far provare nuove esperienze al pubblico. Ma bisogna trascinarlo all’interno di una storia. La sfida odierna dei contenuti è come integrare l’innovazione tecnologica nel mondo dell’audiovisivo. Ancora ci sono poche donne a livello dirigenziale e in particolare nel settore delle tecnologie. Le famiglie devono iniziare a supportare maggiore l’ambizione dei figli, senza distinzione di genere. Bisogna cercare di essere straordinari indipendentemente dal sesso”.
“Questa dovrebbe essere la normalità. Sono stata cresciuta dando per scontato in famiglia che diversità, inclusione ed equità era la normalità. Ho assistito in questi anni ad un grande cambiamento. Un tempo i ruoli femminili era piuttosto esigui, sempre gli stessi. Oggi le opportunità sono tante e in diversi ruoli. Finalmente le donne possono scegliere. A livello internazionale tutti si aspettano le donne in ruoli chiave in una produzione. L’Italia però in termini di uguaglianza di genere è indietro, ma comunque dentro il cambiamento”, ha dichiarato Giulia Steigerwalt, attrice, regista e sceneggiatrice.
“Lo scenario è cambiato nel tempo e oggi c’è l’opportunità di fate cinema e televisione per le donne. Non solo come attrici. Esistono dei modi di proporsi e farsi conoscere che il web ha diversificato e valorizzato. Per questo ho voluto scrivere ruoli comici per i miei personaggi, perché c’era modo di trovare il mio pubblico. Il problema è che si teme troppo il giudizio, soprattutto se si è donna, perché ci si sente sempre sotto esame. Scrivere ed interpretare una parte, posso assicurare, da molta forza e sicurezza”, ha quindi spiegato Pilar Fogliati, attrice, regista e sceneggiatrice.
Maccanico (Associazione Civita): “Il cinema con le donne per una nuova sensibilità”
Nicola Maccanico, Vice Presidente CIVITA, nelle conclusioni della giornata ha sottolineato che il cambiamento è ormai non solo inevitabile, ma sempre più concreto e visibile agli occhi di tutti: “Il presente è già inclusione della diversità e il futuro sarà più aperto e multiprospettico. Le principali barriere nel mondo audiovisivo sono cadute proprio grazie alla qualità delle protagoniste donne, non solo come attrici, e alla loro ambizione a ricoprire ruoli sempre più sfidanti. Oggi c’è maggiore circolarità e maggiore facilità di fruizione dei contenuti, soprattutto tramite le piattaforme web. Le donne sono ovunque, in diversi ruoli chiave dell’industria. Hanno un ruolo rilevante nell’audiovisivo e un gran numero di executive sono donne, soprattutto negli Stati Uniti. Prima o poi verrà il momento di prendersi cura anche degli uomini. Le nuove generazioni non fanno più tanta distinzione e la responsabilità che abbiamo noi adulti è favorire la nascita di un sentore comune, che deve essere orientato all’inclusione e alla diversità. Il tema vero è come costruire storie che abbiamo al centro questi principi e come comunicarle al meglio. Mi auguro che il grande contributo che le donne daranno all’industry sia sviluppare una sensibilità diversa che fino ad oggi è purtroppo mancata”.
Entro l’anno è stato annunciato il nuovo Bando Mina Larocca, che sarà rivolto a tutte quelle organizzazioni che candideranno persone al loro interno che rispecchino i valori che sono stati al centro di questo giornata.