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Gioco online, italiani secondi in Europa per spesa. 56mila hanno chiesto aiuto per smettere

Sono oltre 8 milioni i conti gioco online in Italia, con 2,2 milioni di utenti che ogni mese spendono procapite 52 euro. Questo il quadro della situazione del gioco online tratteggiata dalla ricerca 2017-2018 dell’Osservatorio Gioco Online, promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano, assieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e Sogei.

Dalla ricerca emerge anche una crescita del gioco online, con un’offerta di gioco sempre più stabile e controllata. Nel 2017 la spesa (la differenza tra le giocate complessive e le vincite restituite) è stata di 1,38 miliardi di euro (+34% rispetto al 2016): si tratta di una fetta pari al 7,2% dell’intero settore giochi e che vale il secondo posto in Europa, dietro i 5,6 miliardi spesi nel 2017 nel Regno Unito. Cresce anche l’incasso per lo Stato, pari a 318 milioni di euro nel 2017 (+29%): a contribuire maggiormente sono i casinò e le scommesse sportive, che insieme generano quasi i tre quarti dei volumi erariali. Complessivamente il gettito per lo Stato dall’online è pari al 3,2% del settore, in aumento rispetto al 2,5% del 2016.

Se da una parte crescono i giocatori online dall’altra aumenta il numero di chi vuole smettere e non riesce a farlo da solo. A loro è rivolto il Registro Unico delle Autoesclusioni (Rua) che consente allo scommettitore dipendente di chiedere al concessionario la chiusura del proprio conto gioco online. Uno stop che da oggi si estenderà automaticamente anche su tutti gli altri siti di gioco. È una delle principali novità presentate questa mattina nella Ricerca 2017-2018 dell’Osservatorio Gioco Online – promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, assieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e Sogei. La pratica dell’autoesclusione è una pratica molto più comune di quanto si creda: nel 2017 sono 56mila i giocatori che ne hanno fatto richiesta.

A tutelare e gestire il bacino di utenti che ogni giorno effettuano le loro giocate online c’è l’Anagrafe centralizzata dei Conti di Gioco, che consente di analizzare movimentazioni sospette e anomale, rivelatrici in alcuni casi di condizionamenti di risultati sportivi, o anche incrementi eccessivi della raccolta che potrebbero indicare fenomeni di riciclaggio. Ma non solo, l’Anagrafe permette anche di confrontare i dati dei titolari dei conti con l’Anagrafe Tributaria, bloccando automaticamente i conti ritenuti irregolari.

Nel 2017 è salito del 22% il numero di giocatori che hanno fatto almeno una puntata online rispetto all’anno precedente. Secondo l’identikit delineato dalla ricerca, il giocatore-tipo è maschio, residente al Centro-Sud e con età compresa tra i 25 e i 44 anni. Le donne sono in leggero aumento e concentrano le loro giocate in giochi particolari come il Bingo.

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