La pubblicità nel settore dei giochi è un tema molto delicato, in particolare per quanto riguarda la pubblicità online dei giochi d’azzardo che rischiano di toccare le fasce più deboli, in particolare i minori. Il tema è stato affrontato ieri nel secondo panel ad hoc “La comunicazione commerciale in Rete e Gioco con vincita in denaro, Pubblicità e Comunicazione” del workshop organizzato dall’Agcom insieme allo Iap “Autorità pubblica e autodisciplina: gli strumenti di tutela nei ‘digital media’” (qui il link al resoconto del primo panel ‘Pubblicità online, Strumenti di tutela nei digital media’).
Al panel sul gioco d’azzardo hanno partecipato Vincenzo Guggino, Segretario Generale Iap; Antonio Nicita, Commissario Agcom; Roberta Pacifici, Dirigente di Ricerca Iss; Alessandro Aronica, Vicedirettore Area Monopoli Aams; Rosario Donato, Confindustria Radio Tv; Giovanni Emilio Maggi, Consigliere Sistema Gioco Italia; Angela Nava Mambretti, Presidente Cnu.
Funzione dello Iap ridurre il contenzioso
“La legge affida all’Agcom il ruolo di sanzionare gli operatori che non rispettano le norme della pubblicità sui giochi – ha detto Vincenzo Guggino, Segretario generale Iap – L’obiettivo è ridurre il contenzioso con gli operatori che vanno oltre i parametri previsti per legge. In tal senso è esemplare la situazione spagnola proprio per il grande livello di collaborazione”.
Dal momento che all’Agcom sono stati affidati nuovi poteri sanzionatori nel settore della pubblicità sul gioco, risulta molto opportuno il supporto che l’Autodisciplina offre alle aziende nel formulare messaggi corretti mediante il rilascio di pareri preventivi su messaggi non ancora diffusi, con la ragionevole certezza di ottemperare sia ai precetti autodisciplinari che a quelli di legge.
Tema sociale
Anche il Commissario Agcom Antonio Nicita ha posto l’accento sulla co-regolamentazione: “Si tratta di un modello positivo, perché permette interventi celeri, selettivi e di autoregolazione. L’Autorità può o deve comunque intervenire anche sui casi già affrontati da Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, perché è il soggetto pubblico che deve difendere coloro che non hanno voce, che non hanno organizzazione o che nemmeno sanno di avere diritti sui quali reclamare il rispetto”. Con riguardo al tema della dipendenza del gioco d’azzardo, anche online, che sta diventando un problema economicamente e socialmente rilevante, Nicita ha espresso l’auspicio che “l’Autorità lo affronti presto con il dovuto rigore a partire dalla definizione di ‘audience prevalente’ e non solo esclusiva di minori con riferimento a giochi e comunicazioni commerciali su mezzo televisivo e online”.
Il tema della pubblicità online del gioco d’azzardo è nuovo e molto delicato per gli effetti che può avere sui minori. “C’è un gran fiorire di studi sull’advertising e sugli effetti dell’online gaming sui minori – aggiunge Nicita – il tema va compreso, siamo di fronte ad un tipo di advertising che incide sui comportamenti. Forme di addiction al gioco influenzano la crescita cognitiva dei bambini. Le regole che ci dobbiamo dare devono tener conto dell’esigenza dell’industria del gaming, che crescerà di sicuro. Siamo di fronte a delle scelte, perché la normativa ce lo permette, ma come autorità dobbiamo sciogliere alcuni nodi, come quello che riguarda il divieto di pubblicità nelle trasmissioni generaliste e il concetto di programmi prevalentemente rivolti ai minori. Si tratta di un tema sociale e sanitario”.
Fasce a rischio
In Italia, secondo uno studio del Cnr, il 43% della popolazione gioca almeno una volta all’anno, l’80% gioca senza rischi, il 15% con rischi moderati, il 5% con rischio medio e l’1,6% con rischi forti. “Queste due ultime fasce di popolazione sono quelle a rischio patologia” ha detto Roberta Pacifici, Dirigente di Ricerca Iss (Istituto superiore di sanità), secondo cui il messaggio pubblicitario online è ubiquo, arriva ai giovani e giovanissimi sotto forma di pop up e ha forte impatto nell’aumentare il legame del giocatore al gioco. Inoltre, per chi soffre di dipendenza dal gioco, la pubblicità peggiora le cose. Attenzione, infine, ai giochi social (casinò social senza vincita in denaro), dove si veicolano i messaggi pubblicitari senza regole.
Pubblicità e offerta legale
Vigendo il divieto totale di pubblicità per il gioco illegale, “la pubblicità nel segmento online serve per distinguere l’offerta legale da quella illegale”, ha detto Alessandro Aronica, Vicedirettore Area Monopoli Aams (Agenzia delle dogane e monopoli) – c’è sempre la funzione positiva della pubblicità che precede l’offerta del gioco”. Obiettivo dello Stato, in questo settore dove ha un ruolo di contenimento del gioco d’azzardo, è l’emersione del gioco illegale e garantire il giocatore dalle frodi, evitando guadagni per la criminalità organizzata.
Allargare le regole dei Media al canale online
“Un divieto assoluto di pubblicità negli altri paesi non c’è da nessuna parte. La pubblicità ha anche una funzione di indirizzo verso il gioco lecito contro l’illegale”. Lo ha detto Emilio Maggi, consigliere generale di Sistema Gioco Italia, ricordando che nel 2012 in Italia non c’era alcuna regolazione mentre ora le regole ci sono. “La regolamentazione che vale per i media tradizionali va allargata al canale online, per evitare che i minori siano influenzati dalla pubblicità”, aggiunge Maggi.
Gli fa eco Rosario Donato di Confindustria Tv, secondo cui i vincoli stringenti validi per la televisione, vista la grande disparità rispetto al web, vanno applicati alle piattaforme online, che peraltro “stanno drenando tutte le risorse pubblicitarie”.
Sulla stessa linea d’onda Angela Nava Mambretti, Presidente Cnu “L’Agcom dovrebbe lavorare anche sull’online per intervenire sui messaggi pubblicitari. Le ricerche dimostrano che i maschi giocano molto su internet e che le femmine non sono certo da meno. Lo smartphone è sempre più diffuso, è il regalo più comune per le prime comunioni per bambini di 9 – 10 anni”.