Seminario Agcom

Gioco d’azzardo, Media & Minori. Agcom: web senza regole, serve una legge

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Serve subito una legge che recepisca integralmente la raccomandazione Ue sul gioco d’azzardo. Questo il messaggio del seminario Agcom ‘Gioco d’azzardo Media & Minori. Quali regole?’ che si è tenuto ieri.

Il ruolo dell’Agcom per rafforzare la vigilanza e la tutela dei minori dai rischi connessi alla pubblicità del gioco d’azzardo sui media tradizionali ma soprattutto su Internet, che in Italia in materia di pubblicità dell’azzardo non è regolato. Un vuoto normativo che andrebbe colmato in tempi stretti per limitare il rischio dipendenza, un fenomeno in crescita che ha rovinato più di una famiglia nel nostro paese.

Questo in breve l’oggetto del seminario Agcom “Gioco d’azzardo, Media & Minori. Quali regole?” organizzato ieri all’Autorità dai commissari Antonio Nicita e Antonio Preto, al quale hanno partecipato l’onorevole Lorenzo Basso (Pd), Intergruppo Parlamentare sul Gioco d’azzardo; Luigino Bruni, Università Lumsa e promotore di Slot Mob; Benedetta Liberatore, Direzioni Contenuti Audiovisivi Agcom; Stefano Selli, Vice Presidente Confindustria Radio Tv; Maurizio Mensi, Presidente Comitato Media e Minori; Angela Nava, Presidente Consiglio Nazionale Utenti; Massimiliano Padula, Presidente AIART.

Ha aperto i lavori il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani:  “Serve una regolazione intelligente della Tv – ha detto – La regolazione deve lasciare libertà di circolazione di idee elevando alcune barriere per proteggere i ragazzi”.

 

Subito una legge che recepisca la raccomandazione Ue

 

“Il gioco in quanto tale è positivo, il fenomeno da regolare è il rapporto fra gioco d’azzardo e media nella tutela dei minori e degli adulti che hanno sviluppato tutta una serie di devianze – ha detto il Commissario Agcom Antonio Preto – bisogna trovare un giusto bilanciamento fra le istanze di chi chiede un divieto assoluto di pubblicità del gioco d’azzardo e gli interessi delle imprese. C’è un enorme spazio di manovra per arrivare ad una legge quadro sul gioco d’azzardo. C’è la Raccomandazione Ue, che non impone un divieto assoluto di pubblicità, ma suggerisce misure stringenti di tutela soprattutto dei minori”. La Legge di Stabilità 2016 ha recepito solo parzialmente la Raccomandazione, introducendo eccezioni per i ‘media specializzati’, inoltre “Attendiamo ancora un decreto, che doveva arrivare ad aprile ma che non è nemmeno in gestazione e senza il quale non si comprende l’ambito di applicazione della legge. Inoltre, la Legge di Stabilità ignora completamente la pubblicità dell’azzardo online. C’è bisogno di un recepimento integrale della Raccomandazione Ue e come Agcom ci candidiamo come Autorità di Vigilanza del settore. Ma la palla ora è nel campo del legislatore”.

I numeri dell’azzardo under 18

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale della Salute e dell’adolescenza, citati dal Commissario Agcom Antonio Nicita, 1,2 milioni di ragazzi sotto i 18 anni gioca d’azzardo in Italia o quanto meno investe la paghetta fra lotteria e bingo. Fra i 7 e i 9 anni sono contagiati, seppur in forme più lievi, 400 mila ragazzini, ossia uno su quattro. Fra i 10 e i 17 anni aumenta il numero e il livello delle giocate e il fenomeno riguarda 800 mila adolescenti, vale a dire uno su cinque.

 

Gambling diverso da gaming

“Gambling e gaming non sono la stessa cosa – ha detto il commissario Agcom Antonio Nicitacapisco i genitori, alle prese con il parental control dei loro figli, non è giusto sovra responsabilizzare i genitori nel controllo dell’attività dei figli che passano dal televisore all’iPad al Pc. Moltissimi studi evidenzialo che il tema della pubblicità e dei minori sui canali generalisti e tematici si stia complicando anche per l’interazione con Internet. L’entrata del gaming nel settore audiovisivo tradizionale sta cambiando la filiera dell’industria, per cui oggi il cartone è esso stesso un prodotto pubblicitario. La fruizione di un cartone è essa stessa la pubblicità di un prodotto e quindi tutta la filiera, dal semplice gioco al gioco online al gambling è cambiata. Questo pone dei problemi di carattere sociale”.

 

Parlamento in stand by

 

Gioco e azzardo sono cose completamente diverse fra loro. “Il gioco è un valore – dice l’onorevole Lorenzo Basso (Pd), Intergruppo Parlamentare sul Gioco d’azzardo – mentre l’azzardo non trasmette alcun valore positivo, non premia l’impegno ma si affida esclusivamente alla fortuna e alla gratifica della vincita anche di lieve entità. Per questo la cosa migliore sarebbe vietare ogni tipo di pubblicità dell’azzardo, perché il problema non riguarda soltanto la tutela dei soggetti patologici”.

Secondo Basso, i limiti introdotti nella Legge di Stabilità, che vieta la trasmissione di pubblicità del gioco d’azzardo dalle 7 alle 22 (tranne che per gli eventi sportivi) sui canali generalisti, non è sufficiente e vanno rafforzati; anche le sponsorizzazioni sportive vanno vietate; per quanto riguarda il web, come nel caso del porno, bisognerebbe vietare alle piattaforme come Facebook, Twitter e altri di veicolare i grossi quantitativi di pubblicità del gioco d’azzardo (spesso mascherate da siti anche attraverso falsi profili). Infine, negli store di Ios e Android dovrebbero smettere di pubblicizza candidamente l’azzardo simulato per bambini. Basso è promotore di una proposta di legge per il divieto di fare pubblicità, anche sul web, a slot machines, lotterie, lotto, gratta e vinci, schedine e a tutti i giochi che prevedono una vincita in denaro; il divieto di gioco per i minorenni; l’obbligo di informare in maniera chiara sui rischi della dipendenza dal gioco d’azzardo, come avviene per i danni da fumo sui pacchetti di sigarette.

“La proposta di vietare la pubblicità dell’azzardo su tutti i media ha la maggioranza delle adesioni, 325 deputati favorevoli, ma non si riesce a portarla in Aula”, chiude Basso.

Limiti della pubblicità: manca il decreto

 

“A livello comunitario sull’azzardo non c’è una normativa completa”, dice Benedetta Liberatore, Direzioni Contenuti Audiovisivi Agcom. C’è una Raccomandazione Ue del 2014 (richiamata peraltro dalla Legge di Stabilità 2016), che definisce il gioco compulsivo e vieta il gioco d’azzardo under 18, con norme ad hoc per i minori e specifiche per il gioco online. Per quanto riguarda le comunicazioni commerciali, sono vietate quelle ingannevoli. In Italia, vige il decreto Balduzzi del 2012, che non attribuisce alcuna competenza in materia all’Agcom ma affida il controllo all’Agenzia delle Dogane e Monopoli, con sanzioni pecuniarie molto salate (da 100 mila a 500 mila per chi commissiona la pubblicità e chi la veicola). “Il comma 938 della Legge di Stabilità 2016 contiene tutti i rischi e i divieti previsti e attribuisce competenze all’Agcom – dice Liberatore – ma non è stato ancora emanato il decreto che recepisce le norme, i termini scadevano ad aprile”.

C’è da dire che il comma 939 vieta la pubblicità dell’azzardo sulle tv generaliste dalle 7 alle 22, escludendo però dall’obbligo i “media specializzati” (come Sky eMediaset che però si sono adeguate spontaneamente al divieto).

In attesa del decreto, resta da chiarire nel dettaglio l’ambito di applicazione della norma e resta una discreta sovrapposizione di competenze fra Agenzia delle Dogane e Agcom.

Le nuove norme, però, diversamente da quanto succede nel Regno Unito e in Francia, nel nostro paese lasciano del tutto fuori Internet. Ma la tutela dei minori andrà in ogni caso estesa anche a loro in sede di revisione della direttiva Ue sui Media. L’Autorità potrebbe monitorare il gioco d’azzardo online sulla falsariga di quanto già fa con il ddaonline per il contrasto alla pirateria.

Investimento pubblicitario significativo per le Tv

 

 “L’investimento pubblicitario degli operatori sulle emittenti televisive è il 21esimo in totale e quindi rappresenta una voce importante – ha detto Stefano Selli, vice presidente di Confindustria Tv – nessuno nega i fenomeni degenerativi del gioco d’azzardo, tutti gli eccessi sono perversi ma lo stesso discorso potrebbe valere per l’alcol ad esempio. In nessun paese europeo esiste una regolamentazione forte come in Italia per quanto riguarda la pubblicità. Il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo sulle generaliste dalle 7 alle 22 non c’è in nessun altro paese e Mediaset, Rai, La7, Canale 8 (Sky) e Discovery si sono tutti adeguati dal primo gennaio. Se la pubblicità è un disvalore è un conto, ma non lo è. Il gioco va controllato come fenomeno, tanto più che il fenomeno delle slot, il più devastante, non viene pubblicizzato”.

Detto questo, Selli sottolinea come invece “Internet sia completamente deregolamentato, la nostra normativa è completamente insufficiente, a fronte di una tv generalista iper regolamentata”.

Gioco d’azzardo patologico in sé

 

“Il gioco d’azzardo è sempre patologico – ha detto Luigino Bruni, Università Lumsa e promotore di Slot Mob – parlare di gioco responsabile è fuorviante, anche perché in Italia l’azzardo è sfuggito di mano dal ’93 quando le slot machines sono entrate nei bar sotto casa. L’azzardo porta nelle casse dello Stato 8 miliardi di entrate fiscali all’anno, e questo non è un problema per i concessionari come Lottomatica o Sisal, ma per il Governo, perché sono soprattutto i poveri, i ragazzi, i depressi e gli anziani i soggetti più rischio dipendenza. E’ grave poi che alle Poste si venda il Gratta e Vinci e che Lottomatica sia entrata nella scuola con il progetto 18 + o che il Coni abbia siglato accordi con società di scommesse”.

Le proposte di Bruni sono chiare: vietare ogni tipo di pubblicità diretta e indiretta dell’azzardo su qualunque media, soprattutto durante le partite dei Mondiali o alle Olimpiadi; togliere la gestione dell’azzardo alle multinazionali; togliere le slot machine dai bar e tornare al gioco d’azzardo di una volta, quello al casinò.   

 

Protezione allargata al web

“La pubblicità del gioco d’azzardo trova nel codice di autoregolamentazione e nella legge di Stabilità 2016 importanti norme di protezione dei minori, ma l’obiettivo è allargare il raggio d’azione non solo alla tv tradizionale, ma anche al web”, ha detto Maurizio Mensi, presidente del Comitato Media e Minori, secondo cui i pericoli maggiori per i minori non arrivano dalla televisione tradizionale, ma “dal mondo internet rispetto al quale le regole sono spuntate”. Un modello da seguire è quello del codice di autoregolamentazione in Gran Bretagna, in linea con le conclusioni del Safer Internet Day e don la raccomandazione Ue.

“Il decreto Balduzzi è molto drastico sul divieto di gioco per i minori. Stessa attenzione è stata data dai Monopoli di Stato sul gioco online. L’auspicio è che un codice di autoregolamentazione adottato nel 2002 venga aggiornato a breve”, chiude Mensi.

Sulla stessa linea Angela Nava, presidente del Consiglio Nazionale Utenti: “Il divieto di pubblicità dell’azzardo online nella fascia limitata dalle 7 alle 22 è una foglia di fico per le nostre coscienze – ha detto – perché il grosso del gioco avviene online” come dimostrano i dati, secondo cui dal 2008 ad oggi gli adolescenti hanno ripreso a giocare scommettendo somme sempre più consistenti per le loro possibilità al totocalcio, totogol mentre le ragazze preferiscono il Gratta e Vinci.

Nava propone un tavolo di discussione per misure preventive o limitative della pubblicità sul gioco, l’idea è anche quella di produrre fiction o pubblicità con eroi positivi.

“Servono iniziative di sensibilizzazione nei comuni da parte di sindaci – dice Massimiliano Padula, Presidente AIART – il problema del gioco d’azzardo è più legato all’elemento umano che al medium di fruizione. Minori, anziani e persone depresse sono i soggetti più a rischio patologia. Il rischio ‘Internetaptia’ vale soprattutto per i soggetti ad alta vulnerabilità”.

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