Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno trovato un accordo sulla legge sulle infrastrutture gigabit (Gigabit infrastructure act, Gia) che punta ad accelerare la diffusione delle infrastrutture di rete gigabit in tutta Europa, riducendone i costi di installazione, in parte causati dalle procedure di rilascio dei permessi prima dell’installazione o dell’aggiornamento delle reti. Lo si legge in una nota del Consiglio.
Trasparenza
Obiettivo del regolamento è di garantire, inoltre, la certezza del diritto e la trasparenza per tutti gli attori economici coinvolti, e di rendere più efficienti i processi di pianificazione e installazione per gli operatori delle reti pubbliche di comunicazione elettronica. Questa legge di armonizzazione minima riguarda anche la diffusione e l’accesso alle infrastrutture fisiche all’interno degli edifici.
Si prevede che faciliterà le applicazioni transfrontaliere e consentirà alle parti interessate, operatori di comunicazioni elettroniche, produttori di apparecchiature o società di ingegneria civile, di realizzare migliori economie di scala.
“Unificando la rete su tutto il territorio, stiamo gettando un ponte verso un ecosistema europeo più ampio, dimostrando il nostro interesse per l’armonizzazione a livello europeo” ha dichiarato Mathieu Michel, Segretario di Stato belga per la digitalizzazione, la semplificazione amministrativa, la tutela della privacy e la regolamentazione edilizia a nome della presidenza di turno belga dell’Ue. “Questa iniziativa – ha aggiunto – non solo promuoverà una connettività veloce per i nostri concittadini, ma anche economie di scala per gli operatori e le imprese coinvolte“. Dopo l’accordo provvisorio, il lavoro tecnico degli esperti di entrambe le istituzioni proseguirà in vista della presentazione di un testo di compromesso ai co-legislatori per l’approvazione finale.
Operatori potranno far pagare le chiamate intra-UE fino al 2029
Il compromesso sui prezzi delle chiamate all’interno dell’UE consiste nel mantenere gli attuali massimali tariffari, che scadranno a maggio, per altri cinque anni, fino al 2029. Il Parlamento aveva chiesto un cambiamento simile al regolamento “roam like home”, in base al quale gli operatori non potrebbero far pagare per le chiamate tra i paesi dell’UE più di quanto fanno pagare per le chiamate nazionali. Il piano è quello di avere prezzi per le chiamate e gli SMS intra-UE allo stesso livello delle chiamate e degli SMS nazionali a partire dal 2029, quando scadranno i nuovi limiti di prezzo.
E così gli operatori potranno continuare a far pagare agli utenti le chiamate tra gli Stati membri dell’Ue fino al 2028, in base a un accordo provvisorio concordato dai Paesi dell’Unione e dai legislatori.
L’anno scorso i legislatori dell’Unione europea hanno proposto di eliminare le tariffe per le chiamate tra i Paesi dell’Ue, che attualmente sono limitate a 19 centesimi di euro al minuto per le chiamate e a 6 centesimi per gli Sms. I massimali, stabiliti dalle norme Ue nel 2019, scadono a maggio.