Geoblocking e ruolo degli intermediari online al centro di due consultazioni lanciate oggi dalla Commissione europea con l’obiettivo di raccogliere informazioni utili per valutare nuove iniziative nell’ambito della strategia per il Mercato Unico Digitale. Le consultazioni dureranno dodici settimane e si chiuderanno quindi a dicembre.
La consultazione sul geoblocking e altre forme di restrizioni di tipo geografico raccoglierà i pareri sulle barriere commerciali ingiustificate che ostacolano la vendita e l’acquisto di prodotti e servizi all’interno della Ue come è nel caso dei clienti che pagano prezzi differenti o ricevono offerte diverse a seconda da vivono, ma non riguarda i contenuti protetti da copyright e le pratiche di concessione delle licenze.
La consultazione permetterà alla Commissione Ue di preparare per il primo semestre del 2016 delle proposte legislative per porre fine al geoblocking quando ingiustificato. Si potrebbe quindi decidere di modificare la direttiva sull’eCommerce e il quadro introdotto dall’articolo 20 della Direttiva sui servizi per contribuire alla messa in atto della strategia per il mercato interno.
Parallelamente la Commissione sta studiando alcuni problemi connessi nell’ambito di un’indagine settoriale sull’applicazione del diritto di concorrenza sul mercato dell’eCommerce.
Alcune informazioni lascerebbero supporre che certe aziende pongono ostacoli al commercio online transfrontaliero frammentando il mercato unico Ue e impedendo la giusta concorrenza specie quando si tratta di restrizioni contrattuali inserite negli accordi di distribuzione che impediscono ai rivenditori di vendere ai clienti, stabiliti in un Paese Ue, beni o servizi acquistati in un altro Stato dell’Unione.
La seconda consultazione esaminerà il ruolo economico delle piattaforme online nella distribuzione dei contenuti che comprendono i motori di ricerca, i social media, i siti di video sharing, gli app store…
Verranno esaminate anche le responsabilità degli intermediari per quanto riguarda i contenuti illegali su internet (per esempio discorsi di incitamento all’odio, contenuti pedopornografici o che violano i diritti di proprietà intellettuale).
Obiettivo è capire in che misura e in che modo gli intermediari online dovrebbero reagire e che doveri hanno nei confronti dei loro utenti.
Si tratta della prima fase della revisione da parte della Commissione Ue delle questioni relative alle piattaforme e agli intermediari per avere un’analisi completa dei loro ruoli per i primi mesi del 2016.
La consultazione punta anche ad avere un quadro chiaro delle modalità per migliorare la libera circolazione dei dati nella Ue con l’obiettivo di costituire una Europea Cloud.
Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Ue per il Mercato Unico Digitale, ha spiegato i motivi del lancio delle due consultazioni, dichiarando: “Le piattaforme giocano un ruolo sempre più importante nelle nostre vite. Fanno parte di una economia digitale prospera, ma ci sono alcune questioni sulla loro trasparenza e il loro uso dei contenuti. Il geoblocking ha troppo spesso l’effetto di ridirigere o bloccare i consumatori in funzione della loro nazionalità o luogo di residenza, e questo non contribuisce allo sviluppo del commercio elettronico transfrontaliero che è nell’interesse dei consumatori e delle imprese”.
Il Commissario per l’Economia digitale, Günther Oettinger, ha sottolineato: “Le piattaforme internet producono numerosi effetti benefici sull’economia, ma abbiamo bisogno di capire meglio il loro ruolo e il modo in cui interagiscono con le altre aziende e con i consumatori. Dobbiamo anche sapere di più sulle forme ingiustificate di geoblocking che costituiscono una delle manifestazioni più visibili della non-Europa nel campo del commercio elettronico nel mercato unico”.