Soltanto quattro paesi su 28 nell’Unione Europea hanno recepito a livello nazionale la nuova normativa sulla Data Protection, che entra pienamente in vigore il prossimo 25 maggio. Lo ha detto oggi il Commissario Ue alla Giustizia Vera Jourova a Berlino, ricordando che soltanto Austria, Germania, Slovacchia e Svezia hanno adottato “una legislazione nazionale” che recepisce le nuove norme previste dal regolamento. “La procedura (di recepimento del GDPR ndr) negli altri stati si trova a stadi diversi”, ha aggiunto Jourova.
Un problema, quello del recepimento del GDPR nelle diverse legislazioni nazionali, che riguarda anche il nostro paese, dove il decreto di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Ue 2016/79, che abroga la direttiva 95/46/CE, è stato pubblicato sul sito della Camera, in attesa del parere delle Commissioni parlamentari deputate.
L’Italia quindi non è l’unico Paese in ritardo, che in zona Cesarini dovrà accelerare per procedere speditamente al traguardo del 25 maggio. Ciò non toglie che il tempo stringa e che ormai il termine ultimo della nuova era della Data Protection sia ormai dietro l’angolo.
Nel contempo, la Commissione “procede le discussioni con gli Stati membri, perché siano pronti in tempo”, ha aggiunto Jourova. L’implementazione delle norme nazionali sulla data Protection sarà fondamentale per definire se le imprese dovranno affrontare sistemi di regole diversi fra loro oppure, com’è nelle intenzioni del GDPR, un unico set standardizzato di norme sulla Data Protection.
Diverse Autorità europee, fra cui quella italiana, sono quindi in attesa che i rispettivi governi aggiornino le normative nazionali e recepiscano così le nuove regole comuni paneuropee del GDPR. La speranza è che non ci vogliano mesi, dopo la piena entrata in vigore del GDPR fra 15 giorni.
Nel frattempo, in base ad una recente indagine, le Autorità europee interverranno comunque sulla base delle denunce e avvieranno indagini nel merito.