Il General data protection regulation, o GDPR, cioè il nuovo regolamento generale europeo sulla protezione dei dati, entrerà in vigore il prossimo 25 maggio 2018 e nelle intenzioni della Commissione Europea consentirebbe di rafforzare la protezione dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea e di vigilare sull’utilizzo di tali dati da parte delle imprese.
L’attivazione del nuovo dispositivo Ue sulla privacy potrebbe però avere un impatto negativo sul database Whois di Icann, l’ente che si occupa di gestire il sistema dei nomi di dominio e di assegnare gli indirizzi web, e nel quale sono raccolti e pubblicamente consultabili i dati degli intestatari di siti e piattaforme a livello globale.
Secondo l’Icann, in nome della privacy, il GDPR potrebbe rendere non più accessibili tali informazioni su chi si trova dietro un sito e una piattaforma web, aprendo la strada a riflessioni critiche relative all’attività di tutela anche dei contenuti, non solo dei dati personali.
Sulla questione, che riguarda sia il buon esito delle azioni di antipirateria, sia di cyber sicurezza (pedopornografia, terrorismo, transazioni illegali e altro), abbiamo sentito il parere di Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
Key4biz. Il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è un dispositivo per la tutela, il trattamento e la gestione dei dati delle persone, soprattutto in un momento storico in cui i dati sono il nuovo motore dell’economia e allo stesso tempo oggetto delle attenzioni sgradite di gruppi di criminali.
Perché la sua attuazione metterebbe a rischio la trasparenza del registro WHOIS di Icann, che rende attualmente disponibili le informazioni relative gli intestatari dei domini web?
Federico Bagnoli Rossi. L’accesso alle informazioni pubbliche relative gli intestatari dei portali pirata hanno consentito alle associazioni che si occupano di tutela dei contenuti culturali, tra cui la FAPAV, di portare avanti negli anni, in coordinamento con le Autorità competenti, azioni di contrasto di quei siti interamente dediti alla distribuzione illecita di contenuti audiovisivi. Infatti, è bene ricordare che la quasi totalità dei portali che mettono a disposizione film e serie TV senza autorizzazione sono dediti esclusivamente a questa pratica illecita, che costituisce il loro unico business. Perché di business parliamo: si tratta di siti i cui proventi, derivanti dalla pubblicità, dalle donazioni e dalla vendita di abbonamenti premium, sono del tutto illeciti. Tutto questo costituisce ovviamente un grande danno nei confronti dei titolari dei diritti e dell’intera economia dell’industria culturale nazionale ed internazionale.
Key4biz. In che modo il Whois ha favorito fino ad ora la lotta al cyber crimine, ai pirati del web e al terrorismo internazionale?
Federico Bagnoli Rossi. I dati pubblici attualmente disponibili attraverso il WHOIS rappresentano una delle fonti primarie utili ad avviare casi di enforcement a tutela del Diritto d’Autore assieme alle Forze dell’Ordine e alle Autorità competenti. Tali informazioni sono fondamentali non solo per le questioni relative il copyright ma anche per altri reati quali ad esempio la pedopornografia, il traffico di droga e armi, la cybersecurity e il terrorismo.
Key4biz. Manca poco più di un mese all’entrata in vigore del Regolamento, UE ed Icann non possono trovare un’intesa che salvi la privacy e renda comunque efficace il controllo dei domini dietro i quali si potrebbero nascondere pirati del web, contraffattori e cyber terroristi?
Federico Bagnoli Rossi. Riteniamo che il mantenimento dell’accesso ai dati pubblici del WHOIS di ICANN si bilanci perfettamente con la protezione dei dati personali oggetto del GDPR europeo. È ovvio che quello della privacy dei dati è oggi un tema assolutamente centrale ma è bene ricordare che spesso sul web per l’utente possono nascondersi numerosi pericoli quali truffe, furto della propria identità digitale, dati sensibili e bancari. L’accesso alle informazioni del WHOIS e le conseguenti attività di enforcement messe in atto dalle Forze dell’Ordine servono per tutelare la comunità stessa del web a fronte di criminali senza scrupolo che si arricchiscono con le nostre informazioni. Tutela si, pertanto, ma nei confronti del bene comune.
Key4biz. Qual è il messaggio della FAPAV all’Unione Europea riguardo al tema della protezione dei dati personali e soprattutto riguardo la necessità di perseguire i criminali del web, tra cui i pirati che violano il copyright?
Federico Bagnoli Rossi. La problematica è talmente rilevante che le più importanti associazioni dell’audiovisivo del nostro Paese (tra cui, oltre la FAPAV, i soci della Federazione ANEC, ANEM, ANICA, APT e UNIVIDEO) hanno fatto sistema e assieme ad oltre 50 organizzazioni di numerosi Paesi, che operano in ambiti differenti dalla tutela dei minori all’industria dei contenuti, hanno recentemente scritto ai Legislatori europei chiedendo una risoluzione di questo problemi, senza penalizzare la privacy ma nemmeno la tutela dei diritti.