Meno gas in arriva verso Germania e Italia
Arrivano le sanzioni stavolta decise da Mosca nei confronti dell’Europa e come previsto il gas è stato utilizzato come una clava, soprattutto su Berlino e Roma, i due Paesi più esposti alle forniture di metano provenienti dalla Russia.
Secondo quanto riferito da Gazprom, dalla stazione di Soudja transiteranno circa 50 milioni di metri cubi di gas naturale complessivi, invece dei consueti 72 milioni, ma il taglio della fornitura potrebbe salire al 40% entro i prossimi giorni.
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la capacità attuale viaggia sui circa 1,4 milioni di metri cubi/ora, contro i 3 milioni precedenti.
Gazprom ha inoltre annunciato il blocco del gasdotto principale che attraversa la Polonia, l’infrastruttura yamal, che pota il gas anche in Germania e nella sua diramazione in terra bielorussa anche verso la Cechia e l’Austria.
Le sanzioni di Mosca all’occidente e il gas ancora più caro
Mosca ha inoltre annunciato sanzioni contro 31 società energetiche di Paesi Ue, degli Usa e di Singapore. Tra queste figura anche la Europol Gaz, l’azienda proprietaria della sezione polacca del gasdotto Yamal-Europa, si legge in un articolo di TGCom24.
Le sanzioni decise da Mosca comportano già da subito l’interruzione dei rapporti con tutte le ex controllate di Gazprom in Europa, poi nazionalizzate dai Paesi dove avevano sede dopo l’avvio dell’invasione in Ucraina voluta da Vladimir Putin.
Oggi il prezzo del gas, dopo la tregua nervosa successiva al primo annuncio di 48 ore fa, è iniziato a salire, con un’impennata sul marketplace di Amsterdam (TTF) del +14% attorno ai 115 euro al MWh (attualmente siamo sui 107 euro per MWh).
Del famoso tetto al prezzo del gas Bruxelles ancora non ne vuole sapere e ha diffuso la notizia che non si potrà attuare una misura estrema del genere almeno fino a quando non saremo in una situazione di vera emergenza energetica, cioè solo nella situazione in cui ci sia un vero e proprio taglio delle forniture dalla Russia.