Gameloft si arrende a Vivendi. Dopo aver giocato il tutto per tutto per sottrarsi alle mire di Vincent Bolloré, la famiglia Guillemot si mette da parte e vende la propria quota alla media company che la scorsa settimana ha completato l’Opa ostile presentata a febbraio.
Con questa operazione, Vivendi avvia l’era dei videogame che rappresentano il quarto pilastro del piano di Bolloré.
“In questo contesto – si legge in una nota – poiché non si può sperare nella creazione di valore da parte di un azionista di maggioranza con cui è in profondo disaccordo sulla strategia. La famiglia Guillemot annuncia di aver deciso, con rammarico, di offrire il grosso delle sue azioni all’offerta ostile avanzata da Vivendi”.
I Guillemot hanno ribadito che “l’atteggiamento ostile di Vivendi è contrario agli interessi di Gameloft” e che “il controllo esercitato dal gruppo non è compatibile con la necessità di indipendenza creativa che è alla base del successo di Gameloft”.
Inoltre, aggiungono, Vivendi “non ha una visione strategica coerente, né l’esperienza settoriale necessaria per avere successo in un settore molto competitivo come i videogiochi su telefonia mobile“.
I fondatori di Gameloft non precisano se continueranno l’azione giudiziaria con cui hanno chiesto l’annullamento del via libera dell’Amf all’Opa di Vivendi. Michel Guillemot potrebbe lasciare gli incarichi alla fine di giugno, secondo quando ha riferito ‘Le Figaro’ citando una lettera inviata ai dipendenti.
La famiglia Guillemot deteneva circa il 22% di Gameloft.
Vivendi deteneva il 61,71% del capitale e il 55,61% dei diritti di voto di Gameloft al 31 maggio, secondo l’organo di vigilanza dei mercati francese AMF. L’offerta è stata riaperta fino al 15 giugno “per permettere agli azionisti che non avevano ancora apportato i propri titoli di farlo”.
Questa vittoria di Vivendi non sorprende. Dall’ingresso nel gruppo lo scorso ottobre, Vivendi è poi passato all’offerta di 7 euro per azione per poi salire poco a poco a 8 euro. Una proposta più che generosa. La società è stata quindi valutata 700 milioni di euro. La decisione di Amber Capital, terzo azionista di Gameloft con il 15%, di schierarsi dalla parte di Vivendi aveva già segnato le sorti del gruppo una settimana prima che si chiudesse l’Opa.
Tv, Cinema, Musica e Videogame, sono questi i quattro asset che rappresenteranno il core business di Vivendi che conta anche su una partecipazione di pregio, quella in Telecom Italia, utile per non perdere la grande sfida della fibra ottica e poi perché, diciamocelo pure, per distribuire contenuti online servono accordi con gli operatori tlc.