Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha chiesto alla Commissione Ue di fare della tecnologia Cloud una priorità e di finanziarla con fondi pubblici.
Parlando alla conferenza anglo-tedesca di lancio del progetto Gaia-X, Le Maire ha detto che gli Stati membri e la Commissione dovrebbero inserire il Cloud nel novero dei cosiddetti Important Project of Common European Interest (IPCEI), i progetti importanti di interesse comune per il blocco, che sono iniziative pubblico-private finanziate da fondi comunitari e nazionali.
Un progetto del genere “giocherà un ruolo chiave nell’assicurare alle aziende e alle amministrazioni europee accesso a soluzioni di cloud sovrano”, ha detto Le Maire.
L’Unione Europea ha già avviato progetti analoghi in altri ambiti, dalla microelettronica alle batterie, e ne sta meditando uno sull’idrogeno.
Il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno discusso l’iniziativa il 13 ottobre scorso.
Impegno finanziario Ue
L’Unione Europea punta a investire un totale di 10 miliardi di euro nei prossimi sette anni per lo sviluppo di tecnologie cloud, e 27 stati Ue hanno siglato una dichiarazione congiunta il mese scorso, in cui si impegnano a realizzare la nuova generazione di cloud sicuro, efficiente ed interoperabile per l’Europa.
L’alleanza, che sarà finanziata da programmi europei esistenti e capitali nazionali, è stato lanciato ufficialmente oggi in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del ministro dell’Innovazione Paola Pisano, accanto ai ministri delle finanze francese, Bruno Le Maire, e tedesco, Peter Altmeier.
29 società italiane
Nel progetto entrano 29 società italiane. Ieri è stata annunciata la lista dei 159 nuovi membri di Gaia-X, fondazione creata da 22 compagnie francesi e tedesche che si propone di creare un’infrastruttura europea dei dati.
La rappresentanza italiana è nutrita e comprende aziende private come Tim, Intesa Sanpaolo, Engineering, Dedagroup, Reply, Retelit, Vargroup, partecipate pubbliche come Enel, Leonardo, Poste Italiane e Sogei, associazioni come Confindustria Digitale e Servizi Innovativi. Fra i 181 membri della fondazione con sede a Bruxelles figurano anche colossi del settore come Amazon, Microsoft, Google e Alibaba oltre a Huawei e all’americana Palantir. Unica condizione posta alla loro adesione è il rispetto dei principi ispiratori del progetto: trasparenza, apertura e sicurezza. Infine, le big tech d’Oltreoceano non potranno sedere nel futuro board di Gaia-X, che pro tempore è guidata dal ceo ad interim, Hubert Tardieu.