Sta prendendo forma e partirà nelle prossime settimane Gaia-X, la prima piattaforma Cloud interamente europea disegnata per contrastare il predominio americano e cinese nei servizi Cloud.
Sta prendendo forma e partirà nelle prossime settimane Gaia-X, la prima piattaforma Cloud interamente europea disegnata per contrastare il predominio americano e cinese nei servizi Cloud.
Leggi anche: Cloud nazionale, Germania e Francia vogliono il controllo totale sui loro dati. E l’Italia?
Alternativa al Cloud extra Ue
Un’alternativa credibile per offrire alle aziende europee una piattaforma europea per la gestione sicura su server europei dei loro dati.
Gaia X sarà una società no profit composta da 22 aziende tedesche e francesi fondatrici che registreranno la nuova entità in Belgio. Lo scrive la Reuters, aggiungendo che la piattaforma Gaia-X è stata voluta dall’asse Berlino-Parigi per controbilanciare il dominio dei grandi player made in Usa, Amazon Web Services, Microsoft e Google, ma anche la cinese Alibaba che controllano il mercato del cloud con server da remoto.
Sovranità digitale europea
Ma Germania e Francia vogliono reagire e spingere per la creazione di un cloud europeo, in base al principio della sovranità digitale e dell’indipendenza del Vecchio Continente dal controllo delle grandi aziende extra Ue del tech. Il lancio di Gaia-X è previsto per l’inizio del 2021.
Società fondatrici franco-tedesche
Fra le società fondatrici coinvolte nel lancio di Gaia-X ci sono le tedesche SAP, Deutsche Telekom, Siemens e Bosch da un lato e dall’altro le francesi Atos, che in passato è stata guidata dal commissario Ue Thierry Breton, EDF, Dassault systèmes, OVHcloud, Scaleway (Iliad), Orange.
Il progetto è sostenuto dal ministro tedesco dell’Economia Peter Altmaier e dal suo collega francese Bruno Le Maire che lo presentano oggi ufficialmente.
Tensioni geopolitiche Usa-Cina
Le crescenti tensioni geopolitiche fra Usa e Cina e la crisi del Covid-19 hanno convinto Germania e Francia dell’urgenza di consentire alle aziende europee di riprendere il controllo sui loro dati.
Scrive le Figaro che l’obiettivo a lungo termine è quello di creare una infrastruttura europea dei dati, per offrire alle imprese un’alternativa ai fornitori cloud americani e cinesi. Lo scopo è far emergere fra qualche anno un ecosistema europeo del Cloud in grado di conservare, connettere e condividere i dati facendo ricorso a server e servizi di diversi fornitori europei, indipendentemente dalle dimensioni aziendali.
La struttura sarà di diritto belga e offrirà servizi di conservazione e scambio di dati in base agli standard europei (reversibilità, GDPR, trasparenza, sicurezza). I primi servizi dovrebbero essere pronti per l’anno prossimo, ogni membro fondatore ha messo sul piatto 75mila euro a testa per l’avviamento delle attività.
Rischio lock-in
Non bisogna fare confusione fra Gaia-X e il progetto francese di cloud sovrano, che sarà qualcosa di complementare fanno sapere da Parigi. L’obiettivo primario di Gaia-X è evitare il rischio di blocco o di lock-in. In altre parole, una volta scelto un fornitore di servizi cloud è molto difficile per un’azienda cambiare, anche quando il fornitore decide di aumentare i prezzi. La volontà è spezzare la dipendenza strategica dai pochi fornitori globali
Cloud Act
Il mercato globale del Cloud è dominato da quattro player: gli americani Microsoft Azure, AWS di Amazon, Google e i cinesi di Alibaba. Dopo l’approvazione del Cloud Act nel 2018, l’amministrazione Usa può chiedere alle imprese americane l’accesso ai dati dei loro clienti, compresi quelli conservati fuori dagli Usa.
E’ per questo che le imprese europee hanno urgente bisogno di un’alternativa, almeno per i dati più sensibili.
Gaia-X è appoggiato dalla Commissione Ue ed è aperto a tutti gli Stati Ue che vorranno partecipare. Cosa sceglierà di fare l’Italia? Nel nostro paese una proposta per la costituzione di un Cloud nazionale della PA è stato avanzato dalla Lega.
Per approfondire:
Cosa vuole fare Ursula von der Leyen con l’open science cloud europeo?
Breton: “Difendere la sovranità europea sui big data”
“I dati tra sovranità digitale e interesse nazionale”. Il videoservizio del convegno alla Bicocca