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G7 Privacy, Stanzione: “Regole ostacolano l’Innovazione? Sì a soft law, ma con il rigore dei princìpi costituzionali”

GINEVRA CERRINA FERRONI VICE PRESIDENTE DEL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI, PASQUALE STANAZONE PRESIDENTE DEL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI,

“Sì alla soft law per favorire il progresso tecnologico, ma con il rigore dei princìpi costituzionali”, così ha risposto Pasquale Stanzione, presidente del Garante Privacy, nella conferenza stampa al termine del G7 Privacy che si è concluso oggi a Roma, commentando la richiesta di molte grandi aziende tecnologiche di avere una normativa europea “meno restrittiva sull’intelligenza artificiale”.

“Ma no all’algocrazia”, ha aggiunto Stanzione, “sì all’algoretica. L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie”, ha continuato, “non devono essere fonte di nuove ingiustizie ed eccessive concentrazioni di potere pubblico-privato. Su questo abbiamo trovato larga convergenza in questi giorni del G7″.

“Concretamente quale può essere il ruolo delle Autorità Privacy del G7 per chiedere alle grandi società tecnologiche di sviluppare un’AI sicura, affidabile e etica? Perché ad oggi, come ha affermato il fresco premio Nobel per la Fisica, il professor Hinton – il padrino dell’AI – ‘l’AI viene sviluppata dalle grandi società solo per motivi di business’. E le Autorità Privacy possono intervenire solo ex post, per esempio con istruttorie e poi eventuali sanzioni…”

Questa la seconda domanda rivolta da Key4biz in conferenza stampa.

“Questo è stato uno dei temi chiave di questo G7 Privacy”, ci ha risposto Cerrina Feroni. “E siamo tutti d’accordo nel ruolo chiave che le Autorità Privacy devono e possono giocare nel favorire – in un’attività di moral suasion – la privacy by design nella fase di sviluppo delle soluzioni di AI. Vediamo”, ha concluso, “se i Governi inizieranno a coinvolgere i Garanti Privacy del G7 nel definire la governance sull’intelligenza artificiale”. 

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