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G. De Bellis (Sky TG24): “Confronti politici in Tv. Proporre con Rai, Mediaset e la7 un format ad Agcom”

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La proposta è stata lanciata da Giuseppe De Bellis, direttore di Sky TG24, nel corso della conferenza stampa di presentazione della prossima stagione. Alla domanda di Key4biz su AI: “La seguiremo su tutti i fronti”.

Per le prossime elezioni dobbiamo evitare ai leader politici l’alibi ‘non sappiamo dove fare i confronti in Tv”. Con questa motivazione Giuseppe De Bellis, direttore di Sky TG24, ha lanciato la proposta per evitare anche per le prossime elezioni politiche di restare qui in Italia senza confronti TV tra i leader politici. 

“Proporremo, ufficialmente, agli altri principali broadcaster televisivi che fanno informazione un’alleanza, una joint venture, grazie alla quale poi proporre insieme all’Agcom un unico format con cui realizzare i confronti politici”, ha detto De Bellis nel corso della conferenza stampa di presentazione della prossima stagione.

Per ogni tornata elettorale”, De Bellis ha spiegato l’idea, “un solo broadcaster manderà in onda 2 confronti TV secondo le future regole di Agcom e tutti i brodcaster partner dell’alleanza contribuiranno alla scrittura del format”.

“Così”, ha aggiunto, “a rotazione i 4 principali editori TV italiani che fanno informazione (Rai, Mediaset, la7 e Sky TG24, l’idea è aperta anche ad altri) potranno trasmettere i confronti tra i leader politici. Non averli è un peccato per la nostra democrazia. I cittadini hanno diritto di vedere questi dibattiti in TV”.Se non avremo un’ampia adesione”, ha concluso De Bellis, “Sky TG24 continuerà a proporre il proprio format”.

Ben venga la proposta di De Bellis, vedremo se sarà accolta dagli altri broadcaster e come potrebbe essere, nel caso, anche migliorabile. Ben venga sì, perché nel nostro Paese in televisione sta scomparendo il contraddittorio tra i politici, in particolare tra i leader dei partiti, a favore del monologo o della semplice intervista faccia a faccia con il giornalista-conduttore. Il fenomeno è pericoloso, perché il cittadino-elettore, attraverso il confronto, esercita il diritto ad informarsi e formarsi una propria opinione. Basti pensare agli Usa, dove dopo il flop nel dibattito TV con Trump, i democratici s’interrogano sull’alternativa a Biden.

Il pluralismo politico e istituzionale non è l’ospitata a turno di rappresentanti politici. È la società che discute, si confronta, si scontra.

Nel 2006 l’ultimo vero duello TV tra Berlusconi e Prodi

La crisi del contraddittorio televisivo tra i leader politici è iniziata da diverso tempo. Se ne sono visti di rado in 18 anni, per esempio. L’ultimo vero confronto su Rai 1 tra Berlusconi e Prodi risale alle elezioni politiche del 2006; poi nel 2012 è stata la volta del faccia a faccia tra Bersani e Renzi, in occasione delle primarie Pd, in onda in uno speciale del Tg1; nel 2016 per la corsa al Campidoglio Raggi contro Giachetti su Sky Tg24; a novembre 2017 per il referendum costituzionale il Tg1 ha ospitato un confronto tra i politici favorevoli e contrari, mentre  il piccolo schermo è stato orfano dei duelli politici nelle ultime elezioni del 4 marzo. 

Secondo Berlusconi “i confronti in Tv non convengono a chi sta avanti” sia nei sondaggi sia se si è al Governo. Nel 2006, infatti il leader di Fi accettò perché in svantaggio e vinse le politiche anche grazie all’annuncio, lanciato in diretta e allo scadere del confronto con Prodi, “aboliremo l’Ici sulla vostra prima casa”.

Quando di nuovo i duelli TV dei politici?

Servirebbero, dunque, non solo la legge sulla par condicio, ma anche nuove regole nel periodo non elettorale per offrire ai telespettatori un prodotto informativo completo grazie al contraddittorio. Principio espresso dalla Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha rigettato i dubbi di incostituzionalità proprio della legge sulla par condicio: “…il diritto dei cittadini-elettori di essere informati nel modo più completo e obiettivo”. La Consulta in quest’ottica ha sottolineato come nelle trasmissioni politiche “deve essere rigorosamente osservato il criterio della partecipazione in contraddittorio e del confronto dialettico tra i soggetti intervenienti, secondo il canone della pari opportunità”.

Occorrerebbe, in sostanza, più autorevolezza delle emittenti Tv, dei direttori dei Tg e dei responsabili delle trasmissioni d’informazione e dei talk show: deve essere la Tv a imporre il suo format al politico e non viceversa. Vedrete, piacerà anche all’audience. E la proposta di Giuseppe De Bellis, direttore di Sky TG24, va in questa direzione.

“Seguiremo l’AI su tutti i fronti”

“Sky TG24 continuerà a raccontare l’intelligenza artificiale sia con l’appuntamento fisso il sabato con Progress, condotto da Alberto Giuffrè, sia con un nuovo ciclo del programma Idee per il Dopo“, così De Bellis ha risposto alla nostra domanda su “quale ruolo la testata vuole continuare ad avere sull’AI.”

Per approfondire:

Saltato il duello Tv Meloni-Schlein, Giomi (Agcom): ‘Ecco perché sono contraria alle nuove regole del Consiglio”

Quando Berlusconi vinse il duello contro Prodi nel 2006 grazie all’appello finale “Aboliremo l’Ici sulle prime case” (Video)

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