Puntare sulla tecnologia FWA genererebbe un beneficio in termini di efficacia ed efficienza degli investimenti di circa 3 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal report studio “Fixed Wireless Access (FWA): opportunità strategica per lo sviluppo del Paese”, presentato oggi a Roma e realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con EOLO, operatore Tlc specializzato appunto in tecnologia FWA. Ed è per questo che l’azienda, per bocca del Ceo Guido Garrone, ha chiesto un riordino della banda 26 Ghz.
Garrone (Eolo): ‘Spingere wireless con riassegnazione banda 26 Ghz’
“EOLO vanta una leadership indiscussa nell’applicazione delle tecnologie wireless, maturata grazie allo sviluppo della propria rete FWA, effettuato a fronte di importanti investimenti e al know-how specifico ottenuto in 20 anni di lavoro sul campo – evidenzia Guido Garrone – Per permettere a questa tecnologia di esprimere il suo massimo potenziale è fondamentale procedere rapidamente con una riassegnazione della banda a 26 GHz. Auspico che questo processo avvenga mediante procedure competitive che valorizzino gli operatori che hanno dimostrato negli anni di fare un uso efficiente dello spettro assegnato e che dispongono degli asset e delle competenze per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di connettività del Paese”. Non tutte le frequenze in banda 26 Ghz sono state assegnate in occasione dell’asta 5G del 2018. Resta, di conseguenza, dello spazio frequenziale da assegnare ed è questa la richiesta di EOLO, mettere a gara lo spettro ancora disponibile. Inoltre, molte porzioni di spettro in banda 26 Ghz sono state assegnate in proroga e un riordino completo di queste frequenze che veicolano il 5G sarebbe certamente una mossa importante per la diffusione della banda ultralarga su tutto il territorio con particolare attenzione alle zone rurali. Su un totale di 3 gigahertz di spettro in banda 26 Ghz, un gigahertz è stato assegnato in occasione dell’asta del 2018, un altro gigahertz è occupato in proroga da diversi soggetti e un gigahertz è libero.
E servirebbe eccome, tanto più che gli obiettivi di copertura del nostro paese sono molto sfidanti e prevedono la copertura in fibra e 5G del 100% del territorio entro il 2026. Si tratta di 26,3 milioni di unità immobiliari da coprire entro tre anni, per cui è ipotizzabile un ritardo compreso fra 3 e 6 anni.
Inclusione digitale
L’accesso alla Banda Ultra Larga è motore di inclusione: nelle aree caratterizzate da digital divide il rischio di disoccupazione per lunghi periodi è del 45%, contro il 6% delle aree connesse. Persiste un gap fra i grandi centri abitati e le aree extraurbane: qui dovrà concentrarsi il 90% degli investimenti per la realizzazione del piano Italia a 1 Giga. Solo una combinazione di FTTH e FWA consentirà di colmare il gap entro il 2026: la tecnologia wireless è strategica per connettere il 15.9% delle unità immobiliari (5.8 milioni).
In questo contesto l’FWA ha un ruolo strategico per abbattere tempi e costi di copertura laddove la fibra FTTH non può arrivare. Tanto più che ben 9 milioni di persone nel nostro paese hanno connessioni inferiori ai 30 Mbps.
I costi dell’ultrabroadband
Secondo stime della Commissione Ue, i cisti di copertura a banda ultralarga in Europa è di 114 miliardi di euro e l’FWA sarebbe in grado di abbattere i costi di ben 35 miliardi.
L’Italia è un Paese che continua ad andare a due velocità, almeno per quanto riguarda la connessione a Internet. Da un lato le città, dall’altro i territori extraurbani. Questo genera un’opportunità per il sistema Paese: se tutte le province italiane raggiungessero un tasso di sottoscrizione alla Banda Ultra Larga pari a quello della provincia di Milano, il PIL crescerebbe del +3.5%, circa 69 miliardi di euro, mentre la produttività media per lavoratore aumenterebbe di 203 Euro all’anno.
Garantire un accesso più diffuso alla Banda Ultra Larga sarebbe inoltre un fattore abilitante per una crescita inclusiva: le elaborazioni prodotte da The European House – Ambrosetti evidenziano che, nelle aree senza connettività veloce, i cittadini a rischio di disoccupazione per lunghi periodi sono il 45.5%, contro il 6.3% di chi si trova in aree che dispongono di Banda Ultra Larga. Lo studio sottolinea poi l’importanza di applicare il principio della neutralità tecnologica promosso dal Piano Italia a 1 Giga: la complementarità progettuale e realizzativa di Fiber To The Home (FTTH) e Fixed Wireless Access (FWA) sbloccherebbe infatti benefici in termini di efficacia ed efficienza degli investimenti di circa 3 miliardi di euro.
Il ruolo della tecnologia FWA
Alla luce delle differenze nell’accesso alla Banda Ultra Larga fra i grandi centri cittadini e le aree extraurbane, The European House – Ambrosetti evidenzia che, per raggiungere gli obiettivi del Piano Italia a 1 Giga, il 90% degli investimenti pubblici e privati dovrà concentrarsi nei prossimi anni proprio nelle aree extraurbane. Per questa ragione, lo studio mette in luce il ruolo strategico della tecnologia FWA, che risulta la soluzione migliore per 5.8 milioni di Unità Immobiliari, circa il 15.9% del totale.
Lo studio rimarca infatti come il modello FTTH e quello FWA risultino complementari e non alternativi. Se l’FTTH è la soluzione più adeguata nelle zone a maggior densità abitativa, l’FWA è la soluzione che meglio si presta per le aree montuose, collinari e periferiche o – in generale – a scarsa densità di popolazione. In queste zone, infatti, creare l’infrastruttura per portare la fibra ottica in ogni singola casa avrebbe costi significativi o risulterebbe complesso a causa della morfologia del territorio.
Il digital divide in Italia
“Nel quadro europeo della connettività, l’Italia presenta ritardi di copertura infrastrutturale e sottoscrizione di servizi, soprattutto con riferimento a connessioni superiori a 100 Mbps, che si riflettono in velocità di navigazione inferiori – dichiara Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. – Inoltre, l’Italia presenta profonde differenze territoriali in termini di velocità di navigazione, tra le diverse province e tra le aree urbane e quelle rurali. Il ritardo è dovuto alle difficoltà di attuazione dell’investimento pubblico (PNRR) e alla mancanza di stimoli all’investimento privato. Tuttavia, l’Italia è consapevole di quanto sia strategica questa partita e si è dato l’ambizioso obiettivo di coprire l’intero territorio nazionale a 1Gbps entro il 2026, anticipando le richieste dell’UE. Per accelerare e centrare il traguardo, serve adottare un principio di neutralità tecnologica, cioè utilizzare la migliore tecnologia disponibile in base alle caratteristiche del territorio e all’obiettivo da raggiungere. La Fixed Wireless Access, con la sua velocità di implementazione e i costi contenuti, può essere la chiave per portare la connettività nei territori più difficili da coprire con la fibra, per raggiungere i target del PNRR e porre l’Italia tra i primi Paesi a livello europeo per copertura e qualità dei servizi”.
Garrone (Eolo), ‘solo con fibra non si recupera digital divide, importante integrazione con Fwa’
“L’integrazione” tra fibra e Fwa può portare non solo ad economie ma soprattutto a tempi più brevi per recuperare il digital divide: “per connettere tutte le case che mancano in fibra non basterebbero 50 anni”. E’ la convinzione espressa dal Ceo di Eolo, Guido Garrone.
Attualmente “sono circa 5 milioni le case in digital divide“, ha detto il manager che ha indicato in circa 26 milioni le famiglie italiane (i contatori sono 33 milioni ma vanno considerate le imprese e altre attività). “E anche se si tratta di una fetta di mercato che non sarà tutta nostra – ha aggiunto – è molto importante che grazie a Open fiber stiamo portando fibra alle torri” nelle aree bianche. Per Garrone “laddove ci sono impasse è molto importante poter pianificare cioè andare a fare la nostra proposta nei luoghi dove serve veramente”.
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