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Wind-3 Italia. Reznikovich (Vimpelcom): ‘Le telco dinosauri che devono svecchiarsi’

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Le telco si stanno comportando da spettatori passivi dell’evoluzione digitale ‘ed è per questo che i ricavi sono crollati’. Seguano l’esempio di Google che sfrutta i dati degli utenti.

L’industria delle telecomunicazioni è “inefficiente” e deve essere “profondamente ripensata” se gli operatori – “vittime della loro incapacità di trasformarsi per affrontare le nuove sfide” –  vogliono riprendere un ruolo da protagonisti della rivoluzione digitale.

Non usa mezzi termini Alexey Reznikovich, nome che ai più non dirà nulla, ma che attraverso la LetterOne Technology – la branca tlc della russa Alpha Group – controlla asset tlc che valgono qualcosa come 13 miliardi di dollari, tra cui Altimo, che detiene il 48% di Vimpelcom e Alfa Telecoms Turkey, che possiede il 13% di Turkcell.

Vimpelcom controlla tra le altre cose anche l’italiana Wind che ha avviato il progetto di fusione con 3 Italia. Una fusione che rientra, sì, nel processo di ‘ripensamento del business’ ma che, “se anche fosse completata con successo non ci porterà a un nuovo orizzonte”, ha detto Reznikovich.

Il futuro delle tlc, secondo il Ceo di LetterOne, è quanto mai incerto, con molte società che proveranno la via della fusione e altre che in ogni caso scompariranno.

Uomo pragmatico, Reznikovich, non incolpa tanto leggi sbagliate o concorrenza sleale, ma identifica la radice del problema nella incapacità delle telco tradizionali di adattarsi ai tempi e di cogliere, ad esempio, i vantaggi della loro stretta relazione coi clienti. Per sintetizzare questa inadeguatezza, porta proprio il caso dell’Italia.

“In Italia abbiamo 15 milioni di clienti ma conosciamo l’indirizzo email soltanto di 5 mila persone. Una cosa ridicola perché noi abbiamo tutta una serie di informazioni  – su come pagano, usano internet, i loro profili – che potremmo usare per fare offerte su misura e quindi incrementare i guadagni”.

Quello delle telecomunicazioni è stato pensato, infatti, “come un mercato di massa” e, anche se gli operatori possiedono un bene preziosissimo, ossia le informazioni dei loro clienti, non riescono a usarle per mettere a punto offerte personalizzate. Le telco, insomma, si stanno comportando da spettatori passivi dell’evoluzione digitale “ed è per questo che i ricavi sono crollati”, dice Reznikovich, sottolineando che i margini Ebitda del settore “erano oltre il 50%, ora sono inferiori al 40% e presto saranno sotto il 30%”.

“Un giovane manager del settore mi ha detto: se devi parlare con un’azienda, è una cattiva azienda, perché tutto ormai può e deve avvenire online”, ha riferito ancora il numero uno di LetterOne, che ha anche spiegato che non sono solo le telco ad essere state quasi spazzate via dagli OTT, che hanno messo in  crisi molti altri settori come i taxi o le agenzie di viaggio. Ma qualche ‘lezione’ dagli OTT si può imparare: la connettività in futuro sarà quasi gratuita, come la ricerca su Google. “Google, però, fa i soldi con altre cose che partono da quelle ricerche, e li fa sfruttando le informazioni degli utenti”, cosa che le compagnie telefoniche non fanno.

“L’era del monopolio o dell’oligopolio è finita e le aziende sono estremamente inefficienti. Ci avviamo verso una fase di grave sconvolgimento”.

Alpha Group, controllata da Mikhail Fridman, è uno dei più importanti conglomerati russi e i suoi interessi sono prevalentemente in Russia, ma LetterOne ha una struttura internazionale.

La mission del Ceo è quella di trasformare Vimpelcom, attuale numero 7 mondiale, in leader delle tlc a livello globale.

Obiettivo che si potrà raggiungere solo rivoluzionando i modelli di business, che sono andati bene per 15 anni ma hanno iniziato a mostrare la loro inadeguatezza a un contesto in rapido e profondo mutamento già da almeno un lustro. Da 5 anni a questa parte, infatti, i ricavi sono scesi e i costi saliti, i margini si sono compressi e la struttura dei costi si è dimostrata inefficiente, tanto da spingere Reznikovich a paragonare le telecom a “un dinosauro” di fronte alla velocità di esecuzione delle web company.

“In Russia – spiega – in 15 anni abbiamo sviluppato oltre 10 mila piani tariffari e la struttura IT necessaria a supportarli tutti è estremamente complicata e costosa”.

Un grosso errore che molte telco commettono è quello di voler possedere tutto, incluse le torri, anche se ultimamente il trend sta cambiando e molti puntano alla condivisione degli asset.

Per uscire dallo stallo, l’industria deve ridurre investimenti e costi e aumentare i ricavi. Ma come?

“Abbiamo bisogno di un rinnovamento completo, una trasformazione completa dei processi aziendali. E anche se si capisce che cosa deve essere fatto, è molto difficile farlo”, ha affermato ancora, perché a svecchiare dovrebbero essere soprattutto i modi di operare. Solo un modello operativo ‘all-digital’ permetterà di incrementare i ricavi ma secondo Reznikovich, solo il 15% dell’industria riuscirà a cambiare. L’85% non ce la farà a innovarsi.

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