Gentile dottore,
mi chiamo Rossana, ho 55 anni e da qualche tempo soffro di colesterolo elevato. Per anni sono stata donatrice di sangue, ma all’ultima donazione non mi hanno accettata. La ragione? Proprio l’ipercolesterolemia: i livelli di colesterolo, infatti, avevano superato i 300 milligrammi per decilitro di sangue. Ho iniziato a seguire una dieta povera di latte e latticini e ho ottenuto un miglioramento, ma non ancora così significativo. Per il resto, sono in buona salute. Certo, sono molto stanca perché sono divorziata e mi occupo da sola di due figli adolescenti e ho un lavoro impegnativo. Alla sera crollo a letto. Ma non posso lamentarmi: in qualche modo riesco a gestire tutto. Recentemente il medico mi ha prescritto un ecocolordoppler delle carotidi, dal quale è emerso che sono presenti diverse ostruzioni e placche: è il caso che cominci a prendere le statine? C’è un altro modo per cercare di diminuire i livelli elevati di colesterolo?
Cara Rossana,
innanzitutto voglio rassicurarla: il suo è un problema comune a molte altre persone. È vero che, se trascurato può diventare molto pericoloso e causare malattie anche serie, ma è anche vero che esistono soluzioni efficaci per contrastarlo.
Nella maggior parte dei casi l’ipercolesterolemia è causata dallo stress: occorre sapere, infatti, che quando l’organismo è sotto stress tutte le sue parti ne risentono, anche le arterie. Di conseguenza, i vasi sanguigni si infiammano. Scatta allora un meccanismo di difesa, rappresentato proprio dall’innalzamento dei livelli di colesterolo: questo grasso, infatti, va a proteggere e rivestire l’arteria, impedendo che si rompa. Se, però, le soglie rimangono costantemente elevate si possono formare delle placche che arrivano a ostruire la circolazione, aumentando il rischio di malattie come infarto e ictus. Ecco perché occorre intervenire.
In primo luogo le suggerisco, per quanto possibile, di cercare di avere uno stile di vita più rilassato. Anche solo concedersi nell’arco della settimana piccole pause solo per sé può essere utile. Continui poi a limitare l’assunzione dei latticini, che contribuiscono in misura significativa all’ipercolesterolemia. Inoltre, le consiglio di affidarsi alla micoterapia, la cura con i funghi medicinali. Infatti, si tratta di una soluzione molto valida in questi casi.
Il fungo più indicato in assoluto è Pleurotus, che è in grado di ostacolare sia la sintesi del colesterolo da parte del fegato (che produce i due terzi del colesterolo totale) sia l’eccessivo assorbimento del colesterolo di origine alimentare. In questo modo, contribuisce decisamente alla prevenzione e alla cura delle malattie cardiovascolari: infatti, protegge i vasi sanguigni dalla formazione delle placche di arteriosclerosi. I vasi, di conseguenza, mantengono la loro ampiezza ed elasticità, aumentando la quantità di sangue che circola nell’organismo, azione particolarmente importante negli organi più a rischio. Infine, Pleurotus fluidifica il sangue e diminuisce il lavoro a carico del cuore. L’ideale prendere 2 grammi al giorno per almeno tre mesi. Meglio continuare per 6 mesi per consolidare i benefici, considerando che l’azione di questo come di altri funghi è multipla. E’ un grande spazzino del fegato, dell’intestino e più in generale dell’organismo, che libera dalle tossine, potenzia le difese immunitarie, snellisce la figura e altro ancora.
Considerando che sono già presenti degli ispessimenti alle carotidi, in associazione bisogna assumere 2 grammi al dì di Auricularia: che è in grado di contrastare il logoramento e l’infiammazione arteriosa, che è il primo passo del processo che porta verso le malattie delle arterie. Agendo sia sul sintomo sia sulla causa, si risolve l’infiammazione delle pareti arteriose e migliora la circolazione sanguigna.
Alla prossima settimana dr Walter Ardigò