Una nuova “Agenda per l’Europa” come contributo alla nuova Commissione Ue guidata da Jean Claude Juncker, per promuovere nuove regole e politiche in grado di promuovere gli investimenti delle telco e permettere così il pieno dispiegamento di un’economia digitale pienamente realizzata. Tutto ciò potrà generare miglioramenti sul fronte della produttività e dell’efficienza nell’ordine di trilioni di euro.
Questo il contributo di ETNO, l’associazione che raccoglie le maggiori Tlc europee, in occasione dell’FT-ETNO Summit che si tiene oggi a Bruxelles alla presenza dei maggiori esponenti della industry e dei decisori politici della Ue.
L’Executive Board Chairman di ETNO Luigi Gambardella e il direttore Daniel Pataki hanno esposto il dettaglio della nuova “Agenda per l’Europa”, basata su cinque pilastri. “Dobbiamo promuovere una riforma ambiziosa dell’attuale approccio regolamentare e delle policy relative al Digitale – ha detto Luigi Gambardella – Dobbiamo rendere l’Europa una calamita per gli investimenti pubblici e privati, nell’interesse dei consumatori e del business”.
I cinque pilastri dell’Agenda per l’Europa
- Sviluppare un’infrastruttura potente, allineando il quadro normative con la terza ondata di investimenti necessari per lo sviluppo del 4G e della fibra ottica.
- Un forte impulso alla Industry della Ue, per renderà competitiva a livello globale attraverso l’aggiornamento dell’approccio alla concorrenza, assicurando un level playing field per tutti gli attori della catena del valore nel digitale.
- Sostenere le aziende che lavorano con il digitale con incentivi per l’adozione di soluzioni ICT e sperimentazioni a livello Ue in diversi campi come ad esempio l’automazione, le smart city e la mobility.
- Accrescere i vantaggi per gli utenti finali con regole forti e chiare in materia di Privacy e sicurezza, dando così il via ad una serie di nuovi servizi innovativi.
- Arricchire i concetti di cittadinanza e Welfare con forti politiche sul lato della domanda, con strumenti di interoperabilità e focus sull’alfabetizzazione digitale.
Ambizione da un trilione di euro
Secondo l’analisi della società di consulenza Arthur D. Little relativa alle proposte dell’Agenda per l’Europa di ETNO, il settore europeo delle Tlc contribuirà alla capacità di investimento della Ue con 250 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
“Con le politiche giuste, il moltiplicatore economico può superare di ben 13 volte l’investimento iniziale – ha detto Andrea Faggiano, responsabile SASCAR at Arthur D Little – Ciò significa che la piena implementazione della internet economy è un’opportunità da un trilione di euro”.
Luigi Gambardella: “Serve un nuovo patto per la crescita delle Tlc”
Serve un “nuovo patto per la crescita” del settore delle telecomunicazioni che può portare a un effetto leva a 12 zeri, con un valore stimato per la trasformazione digitale dell’Europa sino a 3,3 migliaia di miliardi di euro. E’ quanto chiedono gli operatori tlc europei in occasione del Ft-Etno summit a Bruxelles alla nuova Commissione Ue, insieme alla creazione di una piattaforma ufficiale, meno regole ex ante, uguali per tutti e meno restrittive per la concorrenza.
“Il nuovo mandato” della Commissione Ue, ha sottolineato il chairman di Etno Luigi Gambardella, “è un’opportunità unica, per tutti, per pensare a come riorientare le politiche verso il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di crescita”.
Per arrivarci, però, serve un “profondo cambiamento di percezione, approccio e mentalità” che sblocchi un “flusso di nuovi investimenti in reti e servizi”. Per questo bisogna scommettere su un “new deal”, con una nuova “visione” che deve “venire per prima dall’Ue dove vengono fissati gli obiettivi” e, ha avvertito Gambardella, “se questo non succede, la crescita non ci sarà”. Da qui l’idea di Etno per una “nuova piattaforma con una decisione formale della Commissione europea” che si occupi di “facilitare il raggiungimento degli obiettivi politici sviluppando soluzioni industriali innovative”.
Bisogna poi “alleviare la tradizionale regolamentazione ex ante e costruire una governance interistituzionale più semplice e veloce” con “meno regole, e un approccio più intersettoriale commerciale” con “più cooperazione” tra gli operatori che però “non può essere frustrata da regole di concorrenza eccessivamente restrittive”.