La Commissione Europea ha avviato oggi una consultazione pubblica sul Rapporto Lamy, che suggerisce il graduale passaggio della banda Uhf a 700 Mhz dalla Tv alla banda larga mobile a partire dal 2020, con due anni di tolleranza in più o in meno.
Il rapporto dell’ex commissario Ue Pascal Lamy è stato presentato e sostanzialmente accolto dalla Commissione lo scorso mese di settembre. Di fatto, il rapporto contiene una roadmap per il progressivo trasferimento della banda a 700 Mhz dal digitale terrestre televisivo e dai radiomicrofoni alla banda larga mobile in tutti i paesi della Ue.
La consultazione, rivolta in primo luogo a operatori Tlc, broadcaster, esperti, mondo accademico ma anche associazioni di utenti, terminerà il 12 aprile.
Più in dettaglio, Pascal Lamy ha proposto una formula “2020-2030-2025” per realizzare gli obiettivi della Digital Agenda europea in materia di banda larga. Un processo quindi in tre tappe, accompagnato da impegni precisi per il settore broadcasting, in modo da favorire investimenti e sviluppo del settore.
- Le frequenze 700 MHz (la banda 649-740 MHz è al momento usata per i servizi di trasmissione televisiva e per i microfoni wireless) dovranno essere totalmente dedicate alla banda larga mobile in tutta Europa entro il 2020 con una tolleranza di massimo due anni;
- L’uso del resto della banda UHF, vale a dire le frequenze sotto i 700 MHz, dovranno essere preservate per la trasmissione radiotelevisiva su digitale terrestre fino al 2030;
- Entro la fine del 2025 dovrà essere presentato un bilancio al fine di stimare l’evoluzione delle tecnologie e del mercato.
Banda UHF
La banda 700MHz (694-790 MHz) dovrà essere riassegnata alla banda larga mobile in un tempo sufficiente per assicurare una transizione che sia il meno costosa possibile per gli utenti dello spettro e i cittadini e per tenere in conto la diversità dei livelli di penetrazione della trasmissione terrestre in Europa. La scadenza dovrebbe essere intorno al 2020 con una tolleranza di massimo due anni.
E’ inoltre necessario associare una certa stabilità regolamentare perché la trasmissione possa proseguire come è attualmente il caso della banda 470-694 MHz fino al 2030. Tutto ciò suppone misure su scala nazionale, Ue e internazionale.
Di conseguenza, in occasione della Conferenza mondiale dell’ITU, che riesaminerà e rivedrà le regole internazionali d’uso dello spettro, l’Europa dovrà respingere tutti i progetti d’assegnazione a titolo primario per i servizi mobili della banda 470-694 MHz, attualmente in uso all’industria tv.
Una certa flessibilità potrebbe tuttavia essere assicurata grazie allo sviluppo delle tecnologie di trasmissione ‘down link only’, riservando priorità alle reti di broadcasting.
Al fine di tener conto dell’evoluzione della domanda dei consumatori e delle nuove tecnologie, come le reti convergenti e lo sviluppo della fibra ottica su larga scala, entro il 2025 dovrà essere realizzato un bilancio sull’uso dello spettro UHF.
In base alle nuove indicazioni, poi, i radiomicrofoni per il Programme Making and Special Events (PMSE) avranno accesso ad almeno 59 MHz di spettro Ue che, se si ritiene necessario, può essere aumentato a livello nazionale.