È ufficiale, Persidera è in vendita. Il Cda di TI Media ne ha dato notizia mercoledì (ma l’operazione era già nota) quando ha esaminato lo stato di avanzamento del processo di valorizzazione della new co controllata al 70% da Telecom e al 30% dal Gruppo L’Espresso che possiede 5 multiplex per il digitale terrestre.
La valorizzazione, spiega l’azienda, avverrà attraverso un processo competitivo in cui TI Media e L’Espresso saranno coadiuvati dagli advisor Mediobanca e Banca Imi.
La volontà di vendere non era un mistero, fin dalla nascita della new co. Telecom Italia ha, infatti, sempre detto d’essere intenzionata a uscire dal business televisivo, per concentrarsi su altri asset più strategici per l’operatore tlc. Il processo era stato avviato con la vendita di La7 a Urbano Cairo nel 2013. A luglio anche il presidente de L’Espresso, Carlo De Benedetti, aveva rilanciato, confermando il mandato alle banche “per trovare un partner che compri anche tutta” Persidera.
Ma chi potrebbe essere interessato?
Intanto la redditività di questa società potrebbe far gola a molti: l’azienda può contare su un giro d’affari annuale di circa 100 milioni di euro, un risultato economico positivo e una robusta generazione di cassa. Il suo valore supererebbe i 500 milioni di euro.
Al momento, secondo rumors, pare che si siano fatte avanti Clessidra e il Fondo F2i.
Il previsto limite dei cinque mux ovviamente esclude a priori che un altro operatore di rete italiano possa comprare Persidera, ma un’offerta potrebbe arrivare dall’estero.
Si tratta, infatti, di business infrastrutturali a diversi livelli della catena del valore che potrebbero essere molto interessanti per chi volesse investire in questo settore.
Persidera è, infatti, il principale operatore di rete indipendente in Italia, con un’infrastruttura a copertura nazionale, di grande capillarità e capace di erogare servizi ad elevato standard qualitativo.
Potremmo definire il modello di business di Persidera all’anglosassone perché, proprio come i player del mercato UK del digitale terrestre, è indipendente e non integrato con gruppi editoriali e ospita operatori privi di infrastrutture.
Persidera ha insomma costruito il proprio modello sull’obbligo previsto dalla legge di separazione societaria tra editori e operatori di rete e questa rappresenta una novità per l’Italia rispetto al passato.
Il Cda di TI Media fa, intanto, sapere che in vista dell’assunzione delle determinazioni inerenti al processo di valorizzazione ha costituito al proprio interno un apposito Comitato composto da amministratori indipendenti di cui fanno parte il Lead Independent Director, Lorenzo Gorgoni, i presidenti del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e la remunerazione, Paola Schwizer e Giuseppe Soda, e il consigliere Valeria Lattuada. Le attività del Comitato, che avranno natura consultiva e istruttoria, saranno coordinate dal Lead Independent Director. Persidera al momento è concentrata sull’implementazione del piano di integrazione con Rete A allo scopo di accelerare e massimizzare i benefici e le sinergie operative derivanti dalla sua fusione per incorporazione, che avrà effetto dal 1°° dicembre 2014.