Il futuro uso della banda UHF continua a preoccupare i broadcaster. A livello europeo è stato creato anche un gruppo di lavoro ad hoc per presentare soluzioni sul futuro uso dello spettro.
Nel frattempo è però scesa in campo la World Broadcasting Unions (WBU), organo che rappresenta i broadcaster europei del mondo, che ha preso una posizione ufficiale comune in vista della Conferenza mondiale dell’International Telecommunication Union (ITU) che si terrà nel 2015.
In merito all’allocazione dello spettro, la WBU chiede che le frequenze UHF (470-649 MHz) continuino ad essere usate per la trasmissione radiotelevisiva visto che sono le uniche che forniscono onde radio a livello globale per il digitale terrestre. Una battaglia che si accompagna a quella per i 700 MHz.
“La certezza della disponibilità nel lungo periodo della banda UHF è necessaria per garantire la continuità degli investimenti e dell’innovazione da parte dei broadcaster“, ha sottolineato la WBU, ricordando anche che l’ampia diffusione presso il pubblico della Tv 4K (la Tv a Ultra Alta Definizione) dipenderà dalla possibilità di godere di uno spettro radio sufficiente.
La WBU ha inoltre ribadito l’importanza del mantenimento delle frequenze della Banda C (3,7-4,2 GHz) che vendono usate per i servizi satellitari fissi, indispensabili per i broadcaster di tutto il mondo.
Della WBU fa parte anche la European Broadcasting Union (EBU) insieme a l’Asia-Pacific Broadcasting Union (ABU), l’Arab States Broadcasting Union (ASBU), l’African Union of Broadcasting (AUB), la Caribbean Broadcasting Union (CBU), l’International Association of Broadcasting (IAB/AIR), la North American Broadcasters Association (NABA) e l’Organizacion de Telecomunicaciones Iberoamericanas (OTI).
L’EBU ha ricordato che il neopresidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, considera la gestione dello spettro una delle priorità del proprio mandato, perché convinto che le onde radio siano un pilastro dell’economia digitale e uno strumento indispensabile per permettere ai media di arrivare agli utenti.
La futura politica dello spettro è argomento centrale di confronto in diversi sedi europee e l’EBU è impegnata in prima linea nel tutelare i diritti di 250 milioni di europei che hanno bisogno di spettro per guardare la tv digitale terrestre.
Le tv pubbliche sono, infatti, preoccupate che la liberazione della banda UHF per garantire i servizi mobili, possa arrecargli danno.
Le differenze regionali sull’uso dello spettro hanno sempre reso difficile il raggiungimento di posizioni comuni. Questa volta però i broadcaster sono uniti.
Il Comitato tecnico della WBU ha espresso forti preoccupazioni in merito alla possibilità che lo spettro attualmente in uso ai broadcaster passi agli operatori mobili, spiegando che causerebbe grossi problemi a molte emittenti televisive incidendo su contenuti e qualità della trasmissione. Senza considerare le conseguenze sociali ed economiche se si dovesse fortemente limitare la trasmissione free-to-air.