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Frequenze: maxi-asta negli Usa, attesi fino a 80 miliardi

Frequenze

Prenderà il via il prossimo 29 marzo negli Usa la maxi-asta per l’assegnazione di frequenze Tv al broadband mobile che secondo alcuni analisti potrebbe fruttare fino a 80 miliardi di dollari (qualcuno si spinge fino a 100) per le casse dello Stato, coinvolgendo anche il Canada per lo spostamento delle sue frequenze.

La FCC (Federal Communication Commission) procede in questi giorni con la fase preparatoria dell’asta sui 600 Mhz, che prevede un mega trasloco incentivato dei broadcaster televisivi dalle frequenze che occupano, per fare spazio a nuova capacità trasmissiva da destinare al 4G, al 5G e all’esplosione del traffico video via smartphone e tablet.

L’aspetto innovativo della maxi-asta Usa riguarda in primo luogo la sua modalità: lo Stato farà da banditore e locatore, gestendo da un lato l’acquisto delle frequenze delle emittenti Tv, ma anche la vendita delle stesse alle telco in base a quotazioni dinamiche.

Dallo scorso autunno la FCC ha dato la possibilità ai broadcaster televisivi di mettere in vendita i diritti sulle loro frequenze, aprendo di fatto due vie: o traslocare su altre porzioni di spettro, dalla banda VHF all’UHF o viceversa, oppure vendere al miglior offerente accettando una percentuale (si parla del 10% del valore) e chiudere le attività.

Non c’è alcun obbligo per le emittenti di mettere in vendita lo spettro, anche se la FCC spinge forte l’acceleratore in questa direzione. Secondo le previsioni, non saranno poche le emittenti locali che decideranno di incassare e spegnere le trasmissioni.

Per fare un esempio, il prezzo iniziale per la cessione delle frequenze a 600 Mhz della WCBS-TV di New York è stato fissato a 900 milioni di dollari, poi l’emittente potrà decidere se trasferirsi altrove.

Il valore delle frequenze sarà calcolato in base a parametri complessi, fra cui il numero di telespettatori e la location: frequenze in grandi città valgono di più rispetto a quelle che si trovano in zone periferiche e rurali.

L’asta per la cessione prevede 52 round di rilanci, che vedranno il prezzo di base in progressiva diminuzione. La gara potrebbe durare fino a tre mesi.

Per quanto riguarda le telco, l’operatore Sprint non dovrebbe partecipare, mentre si prevede la partecipazione di numerosi piccoli operatori locali e di grossi player come ad esempio Google, che potrebbe guidare un consorzio di player non tradizionali.

Anche T-Mobile è considerata papabile per grossi investimenti sui 600 Mhz, bande di spettro particolarmente adatte per portare il segnale wireless nelle aree rurali.

Verizon e AT&T, i maggiori operatori del paese, controllano già circa il 75% della parte bassa dello spettro e per questo la FCC ha deciso di riservare una porzione di frequenze ai piccoli player, anche se ci sono pareri discordanti sui benefici per i piccoli tanto più che lo spettro sarà disponibile per uso commerciale non prima del 2020.

I broadcaster dovranno lasciare le frequenze entro 39 mesi, ma alcuni operatori rurali potrebbero metterci anche di più. Altri partecipanti potenziali sono l’operatore satellitare Dish Network e Charter Communication.

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