Google non parteciperà alla maxi-asta frequenze sui 600 Mhz negli Usa per il 4G e 5G, che partirà il 29 marzo. Lo ha reso noto Alphabet, la casa madre di Google, precisando che ovviamente la gara per l’assegnazione di spettro aggiuntivo in vista del 5G sarà seguita “da vicino” ma che l’azienda non intende prendere parte alla gara, alla quale hanno invece confermato la loro presenza gli operatori Verizon, AT&T, T-Mobile Us e Comcast.
Secondo alcuni analisti potrebbe fruttare fino a 80 miliardi di dollari (qualcuno si spinge fino a 100) per le casse dello Stato, coinvolgendo anche il Canada per lo spostamento delle sue frequenze.
La mossa di Google sgombera il campo sulle sue reali intenzioni e spegne le voci secondo cui la web company sarebbe stata della partita. E invece no.
Lo scorso mese di aprile l’azienda ha annunciato il Project Fi, un servizio di telefonia mobile Mvno (Mobile virtual network operator) che consente ai proprietari dello smartphone Google Nexus 6 di collegarsi automaticamente all’accesso wireless più rapidamente disponibile, usando reti WiFi o i network di Sprint e T-Mobile.
C’è da dire che nel 2008 Google aveva partecipato ad un’asta frequenze negli Usa, senza peraltro acquisirle, e dichiarando di volersi concentrare invece sul WiFi sfruttando le potenzialità degli spazi bianchi fra bande televisive.